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Racconto una piccola storia....
Quel giorno Marla era uscita prima da lavoro, aveva bisogno di camminare e di prendere aria. Sentiva forte il desiderio di andare via, lontano ….. per il momento l’unico viaggio che poteva fare era una breve passeggiata nel parco. Da sempre amava guardare il tramonto. Vedere il sole appoggiarsi dolcemente sull’orizzonte le aveva sempre dato la sensazione di calma ma quel pomeriggio era tutto diverso. Si sentiva agitata ed inquieta. Continuava a girare intorno al laghetto del parco con le braccia incrociate sul seno e lo sguardo sulle punte delle scarpe.
“Ragazza mia se non smette di camminare in tondo le verrà un gran bel mal di testa!” solo la sonora risata riesce a ridestarla da quel movimento ipnotico e le ci vuole un po' per permettere alle parole di superare la barriera rumorosa dei suoi pensieri. Si ferma e si volta nella direzione da cui proviene la voce. “Venga a sedersi un attimo, mia cara. Il lago non scappa, stia tranquilla e da questa distanza forse riesce a guardare meglio ciò che la preoccupa. Lasci i pensieri girare sul lago.” Continua, sorridendo. La voce appartiene ad una signora anziana, comodamente seduta sulla panchina al bordo del viale, sotto una grande quercia.
Marla si avvicina un po' titubante ma decisamente rapita da quella voce così saggia ed irriverente allo stesso tempo. Si siede al suo fianco senza parlare. Le sembra strano ma non ha voglia di sapere chi è, le basta che le abbia proposto un’occasione di quiete, una sosta sacra. Sente la necessità di spiegarle “Avevo bisogno di camminare ma non mi ero accorta di farlo in tondo!”
“Probabilmente è quello che fa anche nella vita. Continua a pensare sempre alle stesse cose, che le danno le stesse sensazioni e continua ad agire come se lei fosse sempre la stessa donna”. Marla sbarra gli occhi per l’incredulità. “Mia cara……ogni persona deve trovare il coraggio di essere la persona che desidera essere. Ogni persona è chiamata a percorrere la propria strada e uscire dai sentieri conosciuti che tutti abbiamo la tendenza a percorrere e ripercorrere!” le dice la donna fissando il lago.
“Non avevo mai pensato ad una cosa del genere …. mai. In tutto questo tempo mi sono concentrata nel cercare il perché di quello che mi è accaduto e mi accade. Ho guardato gli altri che mi sembravano felici e poi ho guardato me, la mia famiglia, le persone che ho incontrato che mi hanno impedito di fare delle cose …..quanto tempo perso…. ” Mentre parla Marla sente la voce tremare e poi si lascia andare alle lacrime. L’altra si limita a rimanerle accanto senza dire niente, solo una mano tesa nella quale Marla poggia la sua …..fino a quando il pianto liberato si placa.
” Mi ha fatto ricordare il mio tempo dedicato ai perché. E poi improvvisamente … diciamo pure dopo un bel pò di anni di psicoterapia – dice ridendo- una mattina, sulla spiaggia ho finalmente capito che nessuno, a parte me, poteva impedirmi di fare le cose!”
Si voltano di nuovo verso il lago. In questo provvidenziale fare niente, in questo stare ferma sulla panchina come se non avesse un passato e un futuro, le tornano in mente immagini della sua vita, delle istantanee di eventi e situazioni …. come se guardasse un film. E cosi osserva che questi ricordi apparentemente casuali, hanno tutti una cosa in comune: ha guardato sempre gli altri e i loro bisogni trascurando se stessa. E’ sorpresa ed eccitata per questa scoperta.
Si gira per dirlo all’anziana signora ma lei si sta alzando “Non lo deve dire a me!” le dice sorridendo “Torni sul lago e faccia una cosa diversa da quella che stava facendo prima” le fa l’occhietto e…. va via. Improvvisamente è comparsa ed improvvisamente scompare, per un po' Marla ha la sensazione di aver immaginato tutto ma si sente leggera.
Torna vicino a lago, fa una cosa che non avrebbe mai pensato di fare: salta oltre la staccionata di protezione. In piedi davanti all’acqua apparentemente immobile del lago si lascia guidare dalla curiosità e si sporge per guardare la sua immagine. ......
Vivendo esperienze fuori dall’abitudine e dalla ripetizione inconsapevole si da la possibilità a ciò che ci portiamo dentro di manifestarsi e diventare la nostra guida interiore per il cambiamento. Mi piace pensare al processo terapeutico come ad un’opera d’arte. Niente viene aggiunto. Michelangelo era solito ripetere che dentro il blocco di marmo c’era già la scultura, lui si limitava 'semplicemente' a togliere il superfluo. La persona toglie ciò che non le appartiene per ricontattare la sua essenza e la sua originalità: questo atto consapevole la libera dalla rigidità. Integrand, poi, gli aspetti per lei significativi di ogni esperienza, può fare come ‘la ragazza sul lago’: andare oltre l’adattamento creativo che l'ha guidata fino a quel momento e dare una nuova direzione al suo viaggio!
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“Diventa la Persona che porti dentro di te. Celebra la tua essenza e la tua originalità, tutto sarà più semplice. Prenditi il tuo tempo e il tuo spazio, sentirai la vita
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