Una relazione ad ostacoli
Salve, mi chiamo Costanza e ho 39 anni. Ho conosciuto in uomo all’inizio del 2020, col quale però non ho una vera e propria relazione, anzi: da parte sua non c’è neppure esclusiva. Lui mi vuole bene, lo sento e, in un’ occasione in particolare mi ha confessato che emotivamente si sente coinvolto, pur non potendoci addentrare nelle dinamiche dell’amore che appartengono a contesti quotidiani, e noi viviamo in città differenti e ci vediamo poco, pur sentendoci tutti i giorni. Ci sono però due aspetti in particolare di lui che mi confondono e mi preoccupano: il primo è la sua forte ambivalenza. È molto trattenuto, nelle parole, nelle effusioni. Ritratta, svalorizza. Addirittura, a poco a poco, siamo arrivati a non scambiarci più baci, a detta sua perché è frenato dai miei vari aspetti femminili che vede in me esclusivamente in maniera dissociata (prima SOLO amante, poi SOLO amica, poi vede SOLO una madre...) e fa fatica a vedermi come un’ unità. Poi, però, ci sentiamo tutti i giorni, pensa a cosa regalarmi per il compleanno, mi fa videochiamate dove è palese la comunicazione con il linguaggio del corpo, degli occhi. Già di per sè quanto raccontato finora basterebbe a confondermi le idee, ma c’è il secondo punto altamente critico della sua personalità, e cioè che soffre di forti crisi depressive, che adduce come motivazione principale al nostro non stare veramente insieme, associato al fatto che io ho un carattere molto reattivo diciamo, e sono molto uterina. Cosa che lo destabilizza ulteriormente.
Vengo al dunque: è da folle da parte mia voler provare a far nascere una storia? Un depresso può intraprendere una relazione o ha ragione lui a non sentirsi all’altezza della situazione? Questa ambivalenza è compatibile con il suo malessere?
Grazie per l’attenzione e per le risposte che riceverò.
Gentile Costanza,
La sua è una situazione purtroppo molto ben riconoscibile. L’uomo di cui parla non ha le idee chiare né su di lei, né su cosa vuole da questa relazione (e se, tutto sommato, davvero la vuole). Se davvero soffre di depressione come dice, potrebbe non arrivare mai ad una decisione stabile, a meno che non riesca ad uscirne. Se dovesse davvero uscire dalla depressione poi, non è detto che decida di continuare la relazione con lei. Alla fine di un buon percorso terapeutico (sempre che lui voglia affrontarlo), il cambiamento è l’esito naturale di un percorso di crescita interiore: il problema è che il cambiamento non sempre è quello sperato dalle relazioni affettive del soggetto. Io non so quanto lei si sia già coinvolta con questa persona, ma se questi sono i presupposti per l’inizio di una relazione, ho paura che per lei questa storia continuerà ad essere uno stillicidio scandito da intermittenza, discontinuità e mancanza di impegno e rispetto da parte del suo compagno (o aspirante tale). Cerchi di ritrovare lei più stima in se stessa, riprenda consapevolezza del suo valore: chi non ha voglia di impegnarsi con lei non la merita, non rimanga incatenata ad aspettare. Questa situazione la fa soffrire, non può accontentarsi delle briciole che lui ogni tanto le concede.
In bocca al lupo,
Dott.ssa Michela Arnò
Psicologa Psicoterapeuta - Roma