Cara Signora, mi permetta prima di tutto di esprimerLe il mio cordoglio per la grave perdita subita. Le reazioni dei suoi figli sono normali dopo solo sei mesi. Ognuno di noi reagisce in modo diverso a situazioni che sottopongono a forte stress, figuriamoci alla perdita di una figura di riferimento come può essere quella di un padre. C'è da aggiungere che entrambi sono in una età molto particolare come quella dell'adolescenza, difficile già di suo. Gli evitamenti di suo figlio sono dovuti, innanzitutto, al dolore provato e non ancora elaborato, successivamente, egli, probabilmente, si sente ora investito di nuove responsabilità che prima non aveva e verso le quali, forse, non sente ancora di possedere un giusto senso di autoefficacia, anche per questo tende a rifiutarle. E' come se a Lei venisse chiesto di fare, inevitabilmente, qualcosa, solo perchè ce n'è necessità, nella quale non si sente brava, perchè non ne possiede capacità, generandole un forte senso di frustrazione. il mio personale consiglio è quello di far passare ancora un pò di tempo e di comunicargli, che non deve sentirsi in dovere di dover intraprendere per forza la strada del padre, ma di seguire quelle che sono le sue attitudini, altrimenti questo senso di frustrazione, se lo porterà dietro a vita, generando in lui una rabbia ed infelicità crescente, dovute, in primis, alla perdita del genitore ed, in secundis, per la mancata espressione del suo talento in ciò che gli verrebbe più naturale. Per quanto riguarda sua figlia, è evidente che non ha ancora superato la perdita. Se non se le sente di venire al cimitero, non la possiamo forzare, non commette nessun reato e non manca di rispetto a nessuno. Certe cose verranno da sè, l'importante è che Lei non scambi quella che potrebbe essere una Sua esigenza, con ciò che desiderano i Suoi figli. Per quanto concerne Lei, come sta? Le pongo questa domanda, perchè in molto casi simili al Suo, il genitore che sopravvive, nel tentativo di badare agli altri componenti della famiglia, dimentica di prendere in considerazione la Sua sofferenza, non elaborandola ed andando incontro a futuri disturbi dell'umore (come la Depressione). Viversi il Suo personale dolore, è umano e , soprattutto, è un Suo diritto, in quanto, evitarlo potrebbe farla ammalare e, così facendo, i suoi figli perderebbero non uno, ma ben due genitori. Ripeto Lei ha il diritto di stare bene in primis per sè e successivamente per i Suoi figli! Spero che il mio contributo L'aiuti a fare maggiore chiarezza in un momento tanto difficile, che verrà superato sicuramente bene, se si resta uniti e si rispettano le libertà ed il dolore degli altri. La saluto cordialmente e sono vicino alla Sua famiglia.