Cosa posso fare per non sentirmi vuota?
Ho 18anni, sono una ragazza. Durante questo anno ho avuto continui alti e bassi ma da 3 mesi la situazione mi è un po' sfuggita di mano. Ho un senso di vuoto, non sono arrabbiata o nemmeno triste mi sembra solo che i giorni passano in modo inutile. Ho fin da piccola la sensazione di essere messa al 2 posto da tutti, dalla scuola, dagli amici, da qualsiasi cosa in generale. Solitamente a scuola vado bene ma ultimamente non provo più interesse e non ho paura di essere sgridata se sono impreparata. Mi taglio ma non lo sa nessuno, mia madre mi ha visto una volta e mi ha chiesto di non farlo più. Ho cambiato il punto ma lo faccio lo stesso. Non mi sono mai abbattuta così tanto e non vorrei deludere mia mamma. Cosa posso fare? Non ho episodi della mia infanzia traumatici, in realtà non è che ho molti ricordi però quelli che ho sono tutti positivi. Ho paura di soffrire di depressione, anche mio nonno paterno ne ha sofferto e un mio zio ma non penso che si possa ereditare. Ultimamente mangio un po' di meno perché mi brucia sempre lo stomaco e ho continui mal di testa. Mi sembra di aver detto tutto.
Gentile Chiara
Il suo scritto mi ha molto colpita sia per il vuoto che lei sente ma in modo particolare per i comportamenti autolesionistici che adotta.
È una persona molto giovane, ed é molto grave che lei tenga nascosta ai suoi cari questa situazione così dolorosa e anche pericolosa.
Non la conosco ma sento come se vivesse una situazione di insoddisfazione poiché riferisce che i giorni passano in modo inutile, ed é come se non vivesse pienamente la sua esistenza.
Diceva Viktor Frankl "ciò di cui abbiamo davvero bisogno é un cambio radicale nel nostro modo di affrontare la vita. Dobbiamo imparare sulla nostra pelle che la cosa importante non é aspettarsi qualcosa dalla vita, bensì che la vita si aspetti qualcosa da noi".
Lei può fare un lavoro su se stessa per capire chi é, quali sono i suoi reali bisogni, quali gli obiettivi da raggiungere.
Le posso a questo punto dire di affidarsi ad uno specialista così da poter ottenere una giusta diagnosi e intraprendere un percorso di psicoterapia avendo anche la possibilità di "riguardare" insieme al terapeuta la sua infanzia e la sua adolescenza così da poter avere una visione molto più chiara dei vissuti e poter elaborare bene i ricordi per una evoluzione e una crescita personale.
Per quanto invece riguarda lo studio, deve pensare che se apprende cose nuove e interessanti lo fa esclusivamente per sé stessa.
Attraverso le sedute può comprendere anche il perché si sente messa sempre al secondo posto, questa é una sua sensazione o é la realtà dei fatti?
Da quello che leggo tende anche a somatizzare, i sintomi di cui parla (mal di testa, il senso di malessere) potrebbero essere caratterizzati da interruzioni del senso di sé e del mondo circostante, dai blocchi che lei si impone inconsciamente e che ovviamente le destano preoccupazione.
La genetica e il contesto in cui si vive se non ricco di stimoli sono due elementi fondamentali che potrebbero concorrere allo sviluppo della depressione di cui é preoccupata infatti mi dà la sensazione da come si racconta che non fa nuove esperienze e come se vivesse cristallizzata, le ripeto é una mia sensazione.
Se vuole può cominciare anche con me il discorso di consulenza e psicoterapia. Trova sul sito i miei ricapiti.
Resto a disposizione.
La saluto cordialmente
Dott.ssa M. FEDERICO