Aspettare la ragazza giusta
A differenza di tanti miei coetanei, non avverto il bisogno di avere -a tutti i costi- una relazione sentimentale. Negli ultimi tempi, mi capita di frequente che delle ragazze provino interesse per me. Io, però, non sento accendersi quella fiamma che dovrebbe scattare fra due innamorati. I miei amici mi suggeriscono di provare, anche perché si tratta di brave ragazze e anche carine, magari per fare esperienza. Il mio interesse, però, è solo fisico e l'intesa (almeno per me) è in amicizia. Sono un ragazzo serio e non me la sento di illudere nessuno. Non voglio storie passeggere, ma una relazione stabile e duratura, con la ragazza giusta per me. Il vero amore.
Non mi interessa se mai la incontrerò. Sono disposto ad aspettare tutta la vita, anche se questo significherebbe non avere mai una relazione.
La mia domanda è questa: sto sbagliando? Questo mio atteggiamento è indice di qualche disturbo? Ci potranno essere delle conseguenze sulla mia sanità mentale?
Grazie mille a tutti gli Psicologi che mi daranno un consiglio.
Note aggiuntive che mi sento di riferirvi:
-Sto bene con me stesso e apprezzo la solitudine. Non mi dispiace uscire e ho degli amici sui cui contare.
-Non ho mai avuto una relazione (aspetto ancora il mio primo bacio). Da piccolo, super giù fino a sedici anni, ho solo ricevuto rifiuti. Per un po' di anni, ho deciso di lasciar correre la mia vita sentimentale, quasi fossi asessuato. Da due annetti ho riaperto il mio cuore e ho maturato la consapevolezza del vero amore.
-Sono ottimista e ho molta stima di me. Mi rispecchio molto nella massima latina "omnia munda mundis". Penso spesso agli altri, prima che a me stesso. Anche per questo, mi sono sempre sentito più grande di quello che sono, come se avessi raggiunto un po' in anticipo il 7° stadio di Erikson (nel senso positivo, s'intende).
-Non vorrei peccar di presunzione, ma mi ritengo un ragazzo carino e intelligente.
-Sono una persona anticonvenzionale, ma forse questo si era già capito.
Gentile Salvo,
non ci sono comportamenti giusti o sbagliati in assoluto, ciò che conta è riuscire a comprendere quello che davvero ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri e ci fa sentire soddisfatti di noi e della nostra vita.
Quello che mi sento di suggerirle è di provare a riflettere (da solo o con l'aiuto di un collega se ne sente la necessità) se questa sua ricerca del "vero amore" rappresenta una decisione consapevole o se, dietro alla ricerca di qualcosa di così ideale e pertanto collegato ad aspettative elevate e difficili da raggiungere, non ci sia in realtà il timore di rimettersi in gioco, anche in relazione ai rifiuti del passato.
E' attraverso la sperimentazione di noi stessi in contesti diversi da quelli abituali, a volte anche avventurandoci un poco più oltre le nostre certezze e sicurezze, che possiamo acquisire maggior fiducia in noi stessi ed imparare, anche attraverso i fallimenti, come migliorarci ed avvicinarci sempre di più ai nostri obiettivi.
Un caro saluto.