Figlio adolescente estremamente irrispettoso e violento
Buongiorno,
sono la mamma di un difficile ragazzo di 15. Scrivo perché, purtroppo, dopo l'ennesimo episodio di violenza verbale e fisica, oggi sono particolarmente arrabbiata e preoccupata. Premetto che sono divorziata da due anni, il mio ex marito è uscito di casa due anni fa e, da allora, convive stabilmente con un'altra donna ed io, da circa un anno, convivo con un nuovo compagno e tra meno di due mesi mi sposerò nuovamente.
Mio figlio, fino ai 12 anni circa, ha vissuto con due genitori che si sopportavano e senza vedere mai slanci e dimostrazioni di affetto tra di loro, ma senza vedere nemmeno liti furibonde o situazioni violente.
La separazione è stata voluta dal mio ex marito, ma, fondamentalmente, voluta da entrambi. I rapporti, attualmente, sono civili e cooperativi. Mio figlio è stato affidato a me ed il papà lo vede principalmente ogni 15 giorni, fatta eccezione per qualche sporadica uscita infrasettimanale. Tutto ciò premesso, devo ammettere che, nonostante mio figlio sia cresciuto amato e coccolato, con due genitori sempre presenti ed amorevoli, a partire dagli 8/9 anni ha iniziato a dimostrare una certa freddezza nei nostri confronti ed un comportamento saccente ed arrogante.
Essendo sempre andato benissimo a scuola ed essendo sempre elogiato dalle insegnanti e da noi genitori, abbiamo dato la colpa ad una eccessiva autostima. Ha sempre avuto tantissimi amici, con i quali ha sempre assunto il ruolo di leader, ma senza essere prevaricante. I problemi, quindi, sono sorti dall'uscita di casa del padre e dall'arrivo del mio nuovo compagno.
Attenzione, lui ha sempre dimostrato estrema empatia nei confronti dei compagni dei genitori, instaurando un rapporto sereno e complice che, però, soprattutto con il mio compagno con il quale convive anche lui, ora è sfociato nell'abuso di confidenza e nella mancanza di rispetto sia verbale, sia fisica. In pratica, lo stesso trattamento che elargisce a me, lo utilizza anche con il mio compagno. E' irrispettoso al limite della decenza; ci apostrofa con continui insulti (che a suo dire sono "per scherzare") e risponde ad ogni richiesta, sia perentoria, sia gentile, con epiteti non ripetibili.
Quando vuole dobbiamo essere disponibili ad ascoltarlo ed a sua disposizione per accompagnarlo e riprenderlo a qualsiasi ora. Se metto dei veti o "paletti", li rispetta, ma non senza aver sciorinato improperi di ogni genere. Sfida ogni adulto di riferimento: dalla mamma, al papà, all'insegnante, all'allenatore. E' in pieno delirio di onnipotenza.
Se mi permetto di riprenderlo a muso duro, mi si para sotto il naso promettendomi "una lezione". Mi offende e mi ritiene la sua serva. Il padre è "non pervenuto"; l'unico consiglio che mi da è di lasciarlo perdere ed alle mie richieste di parlarci tutti e due insieme o, addirittura, di farlo stare con lui per un periodo, per vedere se cambiava qualcosa, risponde assolutamente di no e che gli dispiace per me.
Vi chiedo aiuto! Non so più come pormi con lui. Non so più come parlare con lui. Non so come "non mollare", visto che mi ritrovo davanti un ragazzo di 180 cm ed il mio compagno non può porsi nei suo confronti in maniera autoritaria, altrimenti si scatenerebbe l'inferno. Scusate, ma non riesco a trovare uno spiraglio da dove far breccia...Grazie per l'attenzione.
Gentile Mamuela,
comprendo le sue difficoltà nel vivere la situazione che ci ha descritto ed i sentimenti di rabbia, frustrazione e preoccupazione che caratterizzano situazioni con un così elevato grado di conflittualità.
Per iniziare comprendere cosa sta accadendo nella vostra famiglia in questo momento, credo sia necessario tenere presente che vostro figlio sta attraversando una fase particolarmente delicata della vita, l'adolescenza, a cui si aggiungono i cambiamenti in ambito familiare che sono avvenuti in tempi piuttosto brevi: il divorzio dei genitori e l'entrata dei rispettivi nuovi compagni.
Tutto ciò richiede un ulteriore sforzo di adattamento in un periodo della vita che è già di per sè caratterizzato da profondi cambiamenti (a cui non sempre ci si sente pronti) e dalla ricerca di nuovi adattamenti, ed è possibile che, per il ragazzo, questo comportamento aggressivo ed irrispettoso rappresenti un modo per comunicarvi il suo disagio e le sue difficoltà. Provi a pensare al comportamento di suo figlio come un tentativo estremo di comunicare con voi e non come ad un affronto personale o un rifiuto nei vostri confronti.
Quello che mi sento di consigliarvi è di intraprendere un percorso di terapia famigliare, coinvolgendo anche il padre, in modo che possiate avere un aiuto nel trovare una modalità univoca di gestire questa conflittualità e questi comportamenti, utilizzando linee educative condivise e per aiutare il ragazzo e la vostra famiglia allargata a trovare un nuovo adattamento, un nuovo equilibrio, che consenta a tutti di vivere più serenamente, nel rispetto della propria identità e del proprio ruolo e di quelli altrui.
Spero di esserle stata di aiuto.
Un grande in bocca al lupo!