accettazione solitudine
Sono un uomo di 38 anni. Sono single direi da sempre, salvo tre storie più o meno fugaci, tutte nate su Internet. Ho seri relazionali con l'altro sesso. Fin dalla giovinezza venivo emarginato dalle ragazze (alcun problema di socializzazione ho mai avuto coi ragazzi). Preciso che questi problemi li ho avuti solo ai fini di conoscenze, incontri, appuntamenti, non limitati alla semplice amicizia, in quanto non ho mai avuto problemi a essere stimato pure dalle donne e dalle ragazze mie coetanee. Insomma per me è sempre stata una chimera ottenere un semplice appuntamento o un aperitivo, come si dice tête à tête. I motivi li conosco e sono dettati in piccola parte dalla mia timidezza ma soprattutto dal mio aspetto fisico (in particolare, sono leggermente più basso della media), prova ne è che le mie storie sono nate su Internet, dal vivo non ho mai riscosso l'interesse di nessuna. Neanche mi interessa leggere stereotipi sul fatto che ci sono ragazze che mettono in subordine questi aspetti in un uomo, perché semplicemente non è vero o meglio non è vero nel mio caso e comunque non ci credo.
Le storie che ho avuto - inutile ricordarne i particolari - mi hanno lasciato una tale amarezza, un tale senso di frustrazione, la dirò forte (ma vale soprattutto per l'ultima storia): un tale senso di schifo che, a parte la seconda storia, se non ci fossero state sarebbe stato meglio, tanto da preferire i meri no che ricevevo a ripetizione.
Vengo al dunque, dopo questo preambolo. Vorrei sapere, e sarei disposto a seguire ogni indicazione oppure ogni terapia, se è possibile mettersi l'anima in pace sul capitolo amore e affini, in quanto ho capito che questo sentimento, cioè essere amato e amare una ragazza che mi piaccia e a cui piaccio, mi è assolutamente precluso. Ammetto che, come ogni essere umano, sento questa necessità, ma vorrei rimuoverla e appunto mettermi l'anima in pace. Superate queste velleità, non avrei altro da chiedere perché la mia vita professionale è soddisfacente, dopo tutti i sacrifici fatti in anni e anni.
Grazie a chi vorrà rispondermi e capirmi.
Gentile Nicola,
per essere amati dagli altri bisogna, prima di tutto, amare ed accettare se stessi con i propri limiti ed i propri punti di forza.
Io non credo che lei debba imparare a convivere con la solitudine, quanto piuttosto a conoscersi meglio e ad accettarsi e valorizzarsi per ciò che è.
Spesso, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, gli altri con i loro atteggiamenti ci rimandano l'immagine che noi abbiamo di noi stessi: ciò che pensiamo sia vero, diventa "la verità". Attraverso un percorso psicoterapeutico è possibile modificare queste convinzioni e sostituirle con altre più funzionali e realistiche ed anche apprendere modalità di relazionarsi agli altri più costruttive ed efficaci.
Voglio lasciarle come augurio questo aforisma di Seneca: "Impara a piacere a te stesso. Quello che pensi di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te".
Spero di esserle stata di aiuto.
Un caro saluto.