Non capisco il mio orientamento sessuale
Buongiorno, vi scrivo perché è da parecchio tempo che ho un dubbio. Sono in una relazione con un ragazzo, A., da qualche anno. Con A inizialmente c'era una forte attrazione fisica, una ottima intesa sessuale ed emotiva, ma ultimamente (parlo di mesi) non mi sento più attratta sessualmente da lui, zero. Eppure ricerco vicinanza, presenza, ma il pensiero della penetrazione in particolare mi disturba molto, non la desidero quasi mai, proprio di rado, e comunque solo successivamente al ricevere preliminari, quindi da eccitata. Credo di amarlo, davvero, anche se è terribilmente difficile dirlo senza l'intimità sessuale. Però quando lo facciamo mi piace molto, c'è complicità, è solo che da parte mia non c'è attrazione, è come se dovesse/dovessi convincermi, mi serve sempre la stimolazione esterna da parte sua prima che mi venga voglia di farlo. Molto spesso, soprattutto quando lui mi stimola, immagino il mio ragazzo come una ragazza, o ho necessità di immaginare donne, per essere coinvolta. Insomma, a volte credo di essere lesbica o quantomeno bisex. o addirittura, so che sembra assurdo, asessuale, in quanto mi sembra di non provare mai reale voglia. Sono stata finora esclusivamente con ragazzi (eccetto baci), alcuni dei quali neppure mi attraevano, ma perché credo non avessi mai valutato l'ipotesi di essere lesbica. Il fatto è che provo un'eccitazione involontaria nel vedere immagini femminili, non necessariamente pornografiche, e questo non capita mai con immagini maschili. Tuttavia, non ho mai provato forte attrazione per una donna nella realtà, ma in verità neppure per gli uomini, a eccezione di A. Il dubbio non nasce solo da questi fatti, ma anche da un episodio risalente all'infanzia, quando nel contesto di una famiglia estremamente religiosa -religione che mi ha sicuramente condizionata in molti aspetti della vita pur non seguendola- dissi a una parente, allora molto ligia alle "direttive familiari" che mi piaceva una bambina, e in risposta ottenni pianti e disperazione, quindi dissi che stavo scherzando. Chissà, forse scherzavo davvero? Non so più dirlo. A volte vorrei tradire il mio ragazzo con una donna per vedere se davvero mi piacerebbe, ma non ne ho il coraggio né il cuore, anche perché gli ho parlato di queste questioni (eccetto il pensiero che vorrei provare con una donna) ed è sempre stato super comprensivo. A volte penso che mi piaccia perché mi ricorda un po' una ragazza, i capelli lunghi tanto attraenti da sciolti, mi piace molto quando li ha sciolti e lo guardo da dietro... Eppure non mi piace quando ha comportamenti femminei, anzi mi infastidisce. Ma in parte credo che ad avermi attratto, ai tempi, furono la sua disinibizione sessuale, la sua curiosità... Insomma, vi prego aiutatemi a capire che pesci pigliare, navigo tra i dubbi e per quanto non abbia mai avuto voglia di etichettarmi, ultimamente ne sento la necessità.
Cara Martina, lei scrive di avere una relazione da qualche anno ed è normale che le cose cambiano nel corso del tempo, soprattutto cose come l’attrazione e l’eccitazione che sono molto forti all’inizio di una relazione perché hanno la funzione di facilitare il contatto e quindi la formazione della coppia. Quindi, se appena conosciuto ed anche per un po’ di tempo successivamente lei si eccitava quando incontrava il suo ragazzo ora è normale che questa cosa si sia affievolita e quindi quando le cose cambiano bisogna cambiare ... mi sembra che come coppia abbiate raggiunto l’intesa di praticare la stimolazione esterna per raggiungere l’eccitamento e mi sembra un’ottima strategia.
Anche l’innamoramento passa, quelle forti sensazioni che si provano all’inizio della formazione di una coppia diventano più lievi e la coppia che “sopravvive” al termine della fase di innamoramento è quella che sia dal punto di vista sessuale che sentimentale riesce a trovare altri equilibri basati su sentimenti meno intensi ma più stabili.
Per quanto riguarda l’orientamento sessuale cioè il genere sessuale verso cui ci si sente attratti sessualmente ed emozionalmente, le categorie che oggi conosciamo (eterosessuale, omosessuale, bisessuale) non dobbiamo intenderle come compartimenti stagni, cioè si è così o così … ma la sessualità umana, come si origina, evolve e si sviluppa è così complessa e ricca di sfumature che ridurla ad una categoria non rende bene l’idea di come si esplica questo processo in cui si intrecciano fattori biologici, psicologici, culturali e sociali.
Avere delle fantasie omosessuali non vuol dire necessariamente esserlo ed anche quando si prova a metterle in atto non è detto che ci si trovi come nella situazione immaginata perché la fantasia è frutto del nostro pensiero mentre nella situazione reale ci troviamo in relazione con altre/i che a loro volta hanno le loro fantasie ed aspettative.
Se volesse esplorare un po’ questi temi le suggerisco di cercare su internet il progetto “Making of love” un progetto di educazione sessuale realizzato da documentaristi in collaborazione con ragazze e ragazzi che tratta dei temi della sessualità e che ha dato luogo a film, serie tv, documentari.
Se invece le sue domande le creano disagio esistenziale e relazionale crescente le suggerisco di ricorrere all’aiuto di una/un psicoterapeuta che tratti in specifico questi temi.
Disponibile per qualsiasi chiarimento ed approfondimento, la saluto cordialmente, Monica Gozzi.
Psicologa, Psicoterapeuta - Reggio nell'Emilia