La natura dell'ansia: segnale di disagio o spinta evolutiva?
L'essere umano è dotato di una vasta gamma di emozioni, ciascuna delle quali ha una funzione specifica.
L'ansia è un'emozione che può essere descritta come una reazione di allarme della persona di fronte alla percezione di un pericolo esterno (ad esempio una scossa di terremoto) o interno (ad esempio la paura di fare "brutta figura" o di essere derisi).
L'ansia fisiologica è una reazione psico-fisica che ha lo scopo di favorire l'adattamento dell'essere umano all'ambiente. Se pensiamo alla preistoria, l'uomo, di fronte al pericolo di essere divorato da animali feroci, attivava una sorta di carica psicologica ed organica necessaria per l'attacco o la fuga; in questo caso l'attivazione psico-fisiologica garantiva la sopravvivenza.
Un altro esempio di ansia fisiologica è l'emozione che insorge prima di un esame; essa permette di raggiungere un livello di attivazione ottimale che garantisce la concentrazione e la focalizzazione dell'attenzione sul compito. In questo caso, quando l'ansia supera il livello ottimale e risulta eccessiva, diventa ansia da prestazione che determina una dispersione delle energie e un calo del rendimento.
L'ansia fisiologica si manifesta anche in situazioni che comportano cambiamenti (ad esempio cambio di lavoro, nascita di un figlio, separazioni...): ogni cambiamento porta con sé una quota di ansia perché espone la persona all'ignoto e all'incertezza. Tale emozione permette di adattarsi a nuove situazioni attivando potenzialità e risorse non espresse in precedenza.
In sintesi l'ansia fisiologica è utile in diversi momenti della vita e ha le seguenti funzioni:
Quando l'ansia crea disagio tanto da limitare la persona nella vita quotidiana (in ambito personale, sociale, lavorativo o familiare), o tanto da compromettere il benessere psicologico generale, provocando una forte sofferenza, allora essa diventa il segnale che alcuni aspetti dell'equilibrio raggiunto non sono più funzionali alle richieste che la vita o l'ambiente pongono. In questi casi la persona ha bisogno di prendere consapevolezza di quegli aspetti che generano precarietà nell'equilibrio, per ripartire da essi nella costruzione di basi più solide, in grado di favorire lo sviluppo delle potenzialità innate, di una maggiore autonomia e soddisfazione personale. L'intervento psicoterapeutico può risultare in questi casi uno strumento efficace di cura.
Psicologo, Psicoterapeuta - Bergamo
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