La confusione come risorsa: trasformare il caos in opportunità

Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra un groviglio senza senso. È proprio in questi momenti che molte persone decidono di chiedere aiuto a uno psicologo. Non perché siano "sbagliate" o "rotte", ma perché il caos interiore le spaventa. Eppure, quel caos non è sempre un nemico. Anzi, può essere il primo segnale di un cambiamento importante.

Quando il disordine interiore prende il sopravvento

Prendiamo il caso di Elena. Trentacinque anni, un buon lavoro, una relazione stabile. Eppure, un giorno si siede di fronte a me e dice: "Non so più cosa voglio. Mi sembra di essere in un vicolo cieco." Non c’era un trauma evidente, nessun evento sconvolgente. Solo un senso di confusione pervasivo. Il lavoro, che un tempo la motivava, ora le sembrava vuoto. La relazione stabile era diventata prevedibile. La vita, in generale, le sembrava bloccata.

Elena si sentiva in colpa: "Dovrei essere felice. Ho tutto quello che desideravo." Ma il punto è proprio questo: i desideri cambiano. E la confusione è spesso il primo segnale che qualcosa dentro di noi sta evolvendo.

Il caos come inizio di qualcosa di nuovo

Quello che molti non sanno è che la confusione ha un valore: indica che la nostra mente sta cercando nuove strade. È come un segnale di allarme che ci dice che ciò che ci ha soddisfatto fino a oggi potrebbe non bastare più. Il problema è che spesso reagiamo cercando di eliminare subito quel disagio, invece di ascoltarlo.

Nel caso di Elena, abbiamo lavorato per esplorare quella sensazione di smarrimento senza giudicarla. Invece di combattere contro il caos, abbiamo provato a usarlo per capire cosa stava cambiando dentro di lei.

Strategia pratica: il diario del disordine

Un esercizio che consiglio spesso è quello del "diario del disordine". Non si tratta di scrivere pensieri ordinati e logici, ma di buttare giù, senza filtri, tutto quello che passa per la testa. Le pagine possono essere piene di frasi sconnesse, domande senza risposta, elenchi di cose che non vanno. L’importante è non censurarsi.

Elena ha iniziato a scrivere ogni mattina per dieci minuti. Dopo qualche settimana, ha notato che certe parole e temi ritornavano spesso: il desiderio di viaggiare, la voglia di una carriera più creativa, la paura di deludere chi la circondava. Questo le ha permesso di dare un nome alla sua confusione: non era solo malessere, ma un segnale che voleva qualcosa di diverso.

Il momento della scelta

Una volta accettato il suo caos interiore, Elena ha iniziato a fare piccoli esperimenti. Ha chiesto un periodo di lavoro flessibile per esplorare nuove passioni. Ha iniziato un corso di scrittura creativa. E soprattutto, ha smesso di pensare che dover cambiare significasse aver sbagliato tutto prima.

Non è stato un processo immediato, ma col tempo ha ritrovato la chiarezza. Non aveva più paura del disordine perché aveva imparato a leggerlo.

Conclusione

Se ti senti confuso, fermati e ascoltati. La confusione non è un segno di fallimento, ma un'opportunità per esplorare nuovi percorsi. A volte, il caos è solo il preludio di una nuova chiarezza.

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Dott.ssaSara Santarelli

Psicologa, Psicoterapeuta - Macerata - Ancona

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