Dott.ssa Noemi Monaco

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Dott.ssa Noemi Monaco

Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento Analitico Transazionale- Relazionale

Il Disturbo Narcisistico di Personalità. Identità e nuove consapevolezze.

Il Disturbo Narcisistico di Personalità ha sia caratteristiche evidenti all' occhio clinico che osserva il comportamento manifesto della persona, sia caratteristiche più velate e sfumate che si mostrano nel tempo e durante una fase più avanzata del processo terapeutico, tra cui: un modello ideale pervasivo di grandiosità, necessità di adulazione/ammirazione continua, una mancanza di empatia verso l'altro e un senso pervasivo di irrealtà, quantificabili su un continuum di gravità (che tiene quindi conto dei criteri stabiliti di frequenza e impatto dei sintomi, relativamente a più ambiti della vita della persona e al suo relativo grado stato di consapevolezza).

Si ci potrebbe chiedere quali siano le caratteristiche principali di questo disturbo a prescindere dalla variabile genere, se pur attualmente ritenuta dalle statistiche Istat 2021 più frequente negli uomini e in aumento nelle donne. I criteri clinici stabiliti dal DSM-V per poter porre diagnosi di questo disturbo, indicano la presenza di 5 o più dei seguenti sintomi:

- un'esagerata e infondata sensazione della propria importanza e dei propri talenti (grandiosità), che implica la sottostima degli altri e delle loro competenze/capacità personali,

- preoccupazioni con fantasie di successi senza limiti, di potere, influenza, intelligenza, bellezza o amore perfetto o imperturbabile

- convinzioni di essere speciali e unici e di potersi associare solo a persone di pari o altissimo livello (manovra che utilizzano per sostenere la propria autostima o nucleo fragile interno)

- bisogno di essere incondizionatamente ammirati dagli altri (mentre ciò che li turba è paradossalmente il contatto visivo oculare, perchè necessariamente implicherebbe una stimolazione/coinvolgimento emotivo)

- una sensazione pervasiva e diffusa internamente di privilegio (rintracciabile nella forte irritabilità alle critiche degli altri e dalla negazione di ogni possibile fallimento personale)

- azioni manifeste di sfruttamento degli altri per raggiungere i propri scopi/obiettivi

- mancanza di empatia (disocciazione del pensiero logico razionale da ogni tipo di coinvolgimento relazionale di tipo emotivo e incarnato)

- invidia per gli altri e convinzione di essere invidiati a propria volta (paranoia di sottofondo)

- arroganza, superbia, scatti d'ira o azioni volontarie di disprezzo per chi li ostacola nel raggiungimento di scopi o sottrae loro benefici ritenuti dovuti, oltre il concetto comunemente noto di "diritto personale".

Tali sintomi devono avere insorgenza nella prima età adulta.

Potremmo chiederci a questo punto quali siano le cause di questa trasformazione così grottesca e di una tale mortificazione della reale Natura Umana o meglio come direbbe Eric Berne ideatore dell'Analisi Transazionale Relazionale: "del processo di trasformazione da Principi in Rospi". Ciò detto rispetto ad una condizione umana collettiva di partenza di Ok-ness, che ci porrebbe correttamente alla nostra nascita come esseri umani di pari dignità e valore rispetto ai nostri simili. Osservando alcuni bambini appena nati, non abbiamo dubbi sulla loro innocenza e sull'idea di "pari diritti", ma che cosa succede poi?

C'è un certo tempo di vita in cui il Bambino Naturale, sottoline E. Berne, agisce e si sperimenta così com'è e segue un altro tempo in cui "il poi" si fa storia personale e possono capitare delle cose molto diverse a seconda dell'ambiente di riferimento.

Come Psicoterapeuta, tra le principali cause alla base di questo specifico disturbo di personalità ritengo possibile una significativa influenza della diversità di educazione parentale tra bambino e bambina spesso affatto equa, che viene impartita dai genitori al nascituro all'interno della propria famiglia. Quando le aspirazioni, le aspettative e le richieste fatte a ciascun bambino/a appartenente ad uno specifico nucleo familiare vengono inviate sotto forma di "messaggi genitoriali più o meno espliciti" ecco che inizia la scrittura da parte del bambino del suo progetto di vita. Immaginiamo quindi che il bambino o la bambina piuttosto piccoli, prendino carta e penna e inizino a scrivere una storia (per inciso la propria storia di vita o Copione) con lo scopo di rendere attraverso essa, la propria condizione di vita più sopportabile e migliore del reale. Il bambino o la bambina che ha subito il tradimento, il rifiuto e l'umiliazione per la sua reale natura come essere umano amabile e perfetto così com'è, inizierà a scrivere una storia in cui si identificherà, in termini di sopravvivenza con l'immagine idealizzata "narcisista" proiettata su di lui/lei dal genitore e che accoglierà essere come l'unica possibile per ritenersi Ok in quel determinato ambiente. Tale manovra costituisce quindi il primo patto implicito alla propria necessità di sopravvivenza. Chiaramente tutto ciò ha un prezzo e anche piuttosto caro, che in prima istanza implicherà necessariamente la sospensione e distacco dai propri sentimenti immediati e reali.

La seconda manovra che il bambino/a compirà in maniera del tutto inconsapevole, sarà quella di iniziare a scrivere una storia gradita e servizievole nei riguardi del genitore, il quale in primis lo umilia e poi spesso lo seduce proponendogli un'unico modello di riferimento "adeguato e degno confezionato per il suo bene", con la promessa che se così farà, potrà essere considerato "una persona davvero speciale". Sacrificato il verò sè e a quel punto condannati a restare un'immagine bidimensionale e plastica, il prodotto finale non potrà che risultare un' identità rinnegata. La quale persiste e si autoalimenta nel corso dello sviluppo, comunque a protezione del legame di attaccamento primario stabilito con il proprio caregiver di riferimento. Nella crescita e con l'esercizio di anni, tale artificio sarà ulteriormente perfezionato al fine di auto-tutelarsi contro ulteriori umiliazioni e tradimenti relazionali e affettivi presupposti dalla persona in modo del tutto copionale.

La Personalità Narcisistica, così consolidatasi come una maschera attorno alla persona, si estenderà di pari passo ai successivi ambienti di vita che incontrerà esteriormente alla propria casa come la scuola, il lavoro, i circoli sportivi o ricreativi che frequenterà e con le successive persone esterne alla famiglia che conoscerà senza mai incontrare veramente. Il movimento autoindotto sarà pari ad "un avanzare nella vita sotto un mantello lontano da ogni sentimento sgradevole, nel tentativo di evitare il dolore originario causato dal rifiuto ingiustamente subito e dal proprio stato di impotenza necessariamente occultato.

Lo psicoanalista e scrittore Theodore I. Rubin scrisse: "Il narcisista diventa il proprio mondo e crede di essere lui il mondo intero", che tradotto in termini più psicologici significa "una netta fusione con il proprio Sè ideale" come effimera ancora di salvezza rispetto alla possibilità concreta di sperimentarsi in un Sè incorporato e reale. Anche il corpo diventa quindi uno strumento al servizio della mente e soggetto alla propria volontà. Anche il corpo si fa servitore del mantello, nell'avanzare in un Mondo che per il Narcisista è un posto buio e arido.

L'attività del corpo inizierà ad essere basata su immagini e modelli di riferimento, piuttosto che sulle emozioni e sulle proprie sensazioni interne. La mente e il pensiero logico-deduttivo saranno ritenuti strumenti più affidabili delle proprie e altrui emozioni "ritenute del tutto pericolose e imprevedibili".

Tuttavia, la traccia che si osserva in psicoanalisi è "il sintomo di conversione" che resta non occultabile alla stessa volontà della persona e uno stato perenne di tensione muscolare in più punti del corpo, in particolare: volto, collo, spalle e torace. Si osserverà una certa plasticità del movimento, come uno stato perenne di cambio plastico di pose.

A che cosa è legato quindi l'aumento di diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità nelle civiltà occidentalizzate e industrializzate contemporanee? Perchè è più diffuso tra gli uomini e tuttavia sempre più in crescita nella popolazione femminile? Secondo diversi autori, tutto questo è legato al modello capitalistico occidentale e alla richiesta di standard sempre più elevati di efficienza e produttività a discapito della ricerca e della cura di sè e delle relazioni sociali. Tale concetto si traduce perfettamente nella frase più comunemente detta: "il tempo è denaro", la quale implica un'importanza gerarchica degli obiettivi da raggiungere per essere ritenuti "Principi" (anche se noi psicoterapeuti diremmo Rospi):

- denaro e sicurezza economica

- bellezza, istruzione e potere

- relazioni sociali superficiali e strumentali

- sesso senza amore

- poca sensibilità emotiva agli altri e in particolare verso coloro i quali non appartengono al proprio gruppo di riferimento (persone povere, affette da malattie o disabilità, brutte o fuori dai canoni culturali tradizionalmente ritenuti accettabili o compassionevoli).

Dipanato il processo di trasformazione interiore "in veri Rospi" e chiarito il processo della "nascita di un vero Principe esteriormente e visibilmente accettabile", è indubbio che la personalità più compatibile rispetto ai requisisti industrializzati e modernizzati richiesti, in quanto più malleabile alla seduttività dei benefici promessi (e poi puntualmente traditi) non sia che questa. L'idea è una sorta di transfert del trauma vissuto, che si ripropone continuamente e coinvolge tutta la rete relazionale attorno alla persona affetta da tale disturbo.

In conclusione potremmo dire in termini A.T. che il Disturbo Narcisista di Personalità è quello che meglio si sposa con le società industrializzate e capitalizzate moderne perchè esse creano le condizioni perfette di ripetizione del proprio Copione esistenziale. Oltre il fatto che, come ci siamo precedentemente detti, è oggettivamente plausibile ritenere che sia difficile resistere alla seduzione del potere, quando da bambini si è stati così profondamente traditi, delusi e umiliati da chi si ama.

I Narcisiti sono persone che hanno presto imparato a giocare "il gioco del potere", a sedurre essendo stati sedotti e infine, a manipolare, essendo stati manipolati. La tendenza ad evadere dalla realtà è sempre più forte nella nostra società attuale. Tutto si compra e si vende sempre più velocemente e la confezione è quasi più importante del contenuto. Sentire ed esibire risultano i due poli attorno cui si disegnano i confini tra realtà e illusione, essere o avere, vivere o sopravvivere.

 

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