Gentile Sig. Federico, prima dell'incidente che ha raccontato, Lei aveva già certe caratteristiche di personalità che, probabilmente,la portavano ad avere più piacere a stare con se stesso piuttosto che con gli altri. Questo non è un male di per se, ma quando un tratto di personalità s'amplifica a seguito di un evento traumatico (così grave e ricco di significati come quello della perdita della mamma), allora la cosa merita maggiore attenzione. L'ambiente circostante (in questo caso gli amici) spesso c'informa, più o meno direttamente, riguardo l'adeguatezza del nostro comportamento. Questo avviene sostanzialmente in tre modi: con l'indifferenza, con il premio e con la punizione. L'allontanamento dei suoi amici rappresenta il modo (anche se doloroso) attraverso cui essi le mandano dei messaggi di riflessione. Lei ha percepito questi messaggi e, in maniera adeguata, si sta mettendo in discussione chiedendo consiglio agli esperti. Un evento traumatico come quello che Lei ha vissuto può scatenare delle risposte disadattive, anche se ognuno di noi risponde agli stessi eventi in modo diverso e non tutti hanno bisogno di un intervento specifico. Il fatto che Lei non pianga non vuol dir nulla......si può piangere dentro senza versare una lacrima e senza averne chiara consapevolezza. Cerchi di ritornare a fare le cose che le facevano piacere prima dell'incidente, sia da solo che insieme agli altri. Se, come del resto in parte già afferma, sente che qualcosa d'importante è cambiato e che un aiuto professionale possa esserle utile, non esiti a farne richiesta. Oggi ci sono molte tecniche terapeutiche per sciogliere il dolore congelatosi durante e dopo l'evento traumatico. Distinti saluti