COSA NASCONDE LA NOSTRA OMBRA?
Com’è noto, l’Ombra si trova, per definizione, perlopiù in opposizione alla personalità cosciente. Questo contrasto è il prerequisito per la differenza di potenziale da cui scaturisce l’energia psichica. Là dove è all’opera una considerevole energia psichica, dobbiamo aspettarci, una tensione corrispondente e una polarità interiore di opposti, che sono necessariamente di natura caratteriologica.
La presenza di una virtù positiva, implica una vittoria sul suo esatto contrario, ossia sul vizio corrispondente. Senza la sua controparte la virtù sarebbe smorta, inefficace e irreale. L’estrema opposizione dell’Ombra in rapporto alla coscienza viene mitigata dai processi complementari e compensatori che si svolgono nell’inconscio. E’ dal loro impatto con la coscienza, che alla fine scaturiscono i simboli unificatori. Il confronto con l’Ombra determina in principio un equilibrio morto, una calma, che impedisce di prendere decisioni morali e rende inefficaci, le convinzioni personali, oppure le paralizza. Questa condizione, Jung la chiama nigredo, ed è il primo stadio, della coniuctio, il primo confronto con l’inconscio.
Gli Junghiani dividono, un inconscio personale, che ci permette di conoscere la nostra “Ombra”, ed un inconscio impersonale o collettivo, che ci permette di conoscere il simbolo archetipico del Sé. Con il termine Ombra, si designa, la personalità inferiore, il cui livello più basso non è più distinguibile dall’istintività animale. Esso è presente anche in Origene, il quale parla degli animali contenuti nell’uomo. Poiché l’Ombra è di per sé inconscia, nella maggior parte degli uomini, è rappresentata dal serpente, non a caso la parte più antica del cervello è quello, rettiliano, uguale a tutti gli uomini e corrisponde all’ istinto. L’elemento integralmente inconscio, incapace di coscienza, che però in quanto inconscio collettivo e istinto, sembra possedere una sua peculiare saggezza e un sapere spesso avvertito come soprannaturale. E’ questo il “ tesoro” custodito dal serpente (o dal drago), questa la ragione per cui esso, denota da un lato il male e l’oscurità, dall’altro la saggezza.
Il Caduceo, è un simbolo, rappresentativo di questa duplicità. Solo attraverso la propria Ombra l’uomo è in rapporto con il serpente e con il suo duplice significato. L’Ombra, da un lato denota una deplorevole debolezza, dall’altro, una sana istintività e indispensabile condizione, per una maggiore consapevolezza.
Attraverso l’analisi dell’Ombra e nei processi in essa contenuti, emerge la sizigia del’Animus e dell’Anima, come la intende Jung, la parte contrapposta, maschile e femminile presente nell’uomo e nella donna. Se finora si pensava che l’Ombra umana, fosse la fonte di ogni male, si può adesso, pensare che l’Ombra, non consiste solo in tendenze moralmente riprorevoli, ma presenta anche una serie di buone qualità, istinti normali, reazioni appropriate, percezioni realistiche, impulsi creativi. L’Ombra deve essere trasformata in qualcosa di straordinario.
L’Ombra, è il primitivo, che continua a vivere ancora nell’uomo civilizzato, è la nostra ragione, frutto della civiltà. C’è però, un pericolo, oscuro e demoniaco, specialmente quando l’uomo perde il suo lato individuale e si identifica completamente con la massa, con l’inconscio collettivo, si rafforza in questo modo l’incoscienza e si perde completamente la possibilità di controllare questa parte oscura. Così essa, prende completamene il predominio, come hanno dimostrato certi eventi nefasti nel nostro passato storico.
L’Anima, dirige l’integrazione e il completamento della personalità in generale. Il simbolo del re, è associato alla coscienza. L’apoteosi del re, il sorgere del sole, che si rinnova, significa secondo questa ipotesi, che nella coscienza, ha fatto la sua comparsa una nuova dominante, e che si è prodotta dunque un’inversione del potenziale psichico: la coscienza non si trova più sotto la signoria dell’inconscio, condizione nella quale la dominante rimane celata nel cuore delle tenebre , bensì essa ha veduto e riconosciuto una meta superiore.
Questo atteggiamento più nobile significa anche, un’elevazione dell’Anima, dal rango di seduttrice a quello di conduttrice e di guida. La trasformazione della sostanzia regia, da leone a re, corrisponde alla trasformazione del femminile da serpente a regina. Di rado la trasformazione compare come fenomeno collettivo ben definito. Perlopiù si tratta di una trasformazione del singolo individuo, che in circostanze favorevoli, si ripercuotono in tutta la società. A coloro che si identificano con le dominanti o che, ne dipendono in maniera assoluta, il processo di fusione appare, come un attacco ostile, distruttivo, da cui difendersi con tutte le proprie forze. Altri invece, per i quali, le dominanti, non significano altro che ciò, che pretendevano di promettere, accolgono la fusione come forma di rinnovamento e di arricchimento, di un sistema di idee, che ha perduto la sua freschezza vitale e la sua forza spirituale. L’ouroboros, che divora la propria coda è un eloquente simbolo dell’assimilazione e integrazione dell’opposto, ossia dell’Ombra. Per questi motivi, il re (la coscienza), necessita di costante rinnovamento,ed ha bisogno di discendere nella propria oscurità, con la consapevolezza, che in lui scorre il medesimo sangue del suo nemico. Mentre si accentua l’atteggiamento unilaterale, decade il potere del re (Cristo), che in origine consisteva proprio nella capacità di unire simbolicamente le polarità dell’essere. Quantopiù distintamente emerge un’idea, tanto più la coscienza acquista chiarezza, tanto più insistente e tirannico si fa il suo contenuto, a cui deve inchinarsi tutto ciò che lo contraddice. La natura dell’uomo, ossia l’inconscio, cerca immediatamente di produrre una compensazione. La parte ideale, è comunque imperfetta perché esprime solo una metà della vita. Quest’ultima non vuole soltanto ciò che è limpido, ma anche ciò che è torbido; non solo la luce, ma anche l’oscurità.
Come non esiste energia senza tensione tra gli opposti, così non è possibile coscienza senza percezione delle differenze. Ogni forte accentuazione delle differenze, però fa nascere una polarità di opposti e sfocia infine in un conflitto, che mantiene la necessaria tensione tra gli opposti appunto. Dato che tali movimenti si sono ripetuti infinite volte nel corso dello sviluppo millenario della coscienza, nell’intento di armonizzarli, si sono prodotti anche costumi e riti corrispondenti, che ci permettono di entrare in contatto con questi aspetti.
La nostra società ha perso il senso di questi riti, che assumono un aspetto psicologico importante. Ad esempio i riti di passaggio, che sanciscono il limite da varcare, per passare all’età adulta. Nei primitivi questi erano più forti e chiari, mentre ora, sono meno forti e di ridotto impatto a livello psichico. Quindi, non dobbiamo avere paura dei nostri lati d’Ombra, dobbiamo prenderne coscienza, integrarli, mitigarli, solo così la nostra personalità sarà frutto di un sincero connubio di forze positive e negative dalle quali sicuramente rinasciamo più umani.
Buona Vita!
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