Soffro di crisi di solitudine
Buongiorno,mi chiamo Daniele, ho 22 anni e vivo a Milano. Ci sono stati svariati problemi familiari nel corso della mia infanzia e adolescenza, i quali hanno portato la mia famiglia a “mettermi da parte“, non sono stato seguito molto durante la mia crescita.. ho dovuto autogestirmi fin dai 13-14 anni.. da allora ho vissuto una vita “sregolata“ ho preso molte cattive abitudini, ci sono stati periodi in cui ho fatto uso di droghe,alcol.. periodi in cui mi buttavo nel gioco o nel sesso.. insomma di tutto un pò.. poichè soffro di crisi di solitudine, depressione, ansia.. ho un carattere timido e introverso.. essendo anche spesso “negativo“ non riesco a stringere delle amicizie solide o dei rapporti importanti..ultimamente ho avuto dei problemi sul lavoro a causa del mio carattere chiuso.. avendo difficoltà nel reagire e far valere le mie ragioni. Invece in una rapporto non lavorativo tendo ad “attacarmi“ alle vicende e agli argomenti degli altri, facendomi notare “vuoto e asociale“. Ultimamente stò perdendo anche l'interesse nel cercare di stare più sereno e più a contatto con le persone e stò iniziando a preoccuparmi seriamente per il mio futuro. Specifico che ho frequentato due diversi colleghi psicologi i quali mi indirizzavano ad una terapia farmacologica.. Io però mi rifiuto di prendere dei farmaci senza conoscere chiaramente le cause e le entità dei problemi. Chiedo gentilmente a voi dottori un aiuto, un consiglio sul tipo di percorso e sulla tipologia di professionisti in grado di far chiarezza sulla mia personalità e sui miei problemi psicologici.Grazie in anticipo.
Buonasera Daniele
dai problemi che descrive e che hanno costellato la sua adolescenza, ritengo che debba essere seguito da uno psicologo/a psicoterapeuta. Gli psicologi (non sono medici) non possono prescrivere farmaci, e nemmeno rifiutarsi di seguirla se ha bisogno, come appare dalla sua mail, se sono nel servizio pubblico. Se pero' lei si riferisce a una equipe, è probabile che lo psichiatra, di concerto con lo psicologo, abbia suggerito, analizzando il suo caso, anche un sostegno farmacologico, che potrebbe essere anche solo per poco tempo, se lei intraprende un percorso, nel frattempo, per riconsiderare se stesso e le sue modalità di vita. Talvolta i sintomi depressivi e le conseguenze comportamentali (/esempio l'assunzione di droga o alcool in eccesso), possono trovare aiuto e un iniziale sollievo dai farmaci, che vengono poi diminuiti, una volta che la persona si gestisce da solo e sa come affrontare le evenienze.
Se non ha chiaro di cosa soffre, è suo diritto chiedere una diagnosi scritta. Inoltre può chiedere all'equipe o allo psichiatra o allo psicologo i motivi per cui hanno ritenuto anche un appoggio farmacologico e per quanto tempo ipotizzano di mantenerlo.
Spero di averle chiarito i dubbi. Cordiali saluti.