Buongiorno. La sua lunga mail mette in evidenza un po' di confusione nella sua sfera emotiva affettiva, rispetto a "valori" dai quali lei parte con convinzione certo, ma come se fossero insindacabili e non rivedibili per il resto della sua vita. Lei ha iniziato e vissuto 5 bellissimi anni di condivisione di coppia e complicità con un ragazzo che ormai dava per scontato fosse l'uomo della sua vita. Aveva pero' solo 16 anni quando la relazione, poi fidanzamento, ha avuto inizio. E' questa un'età adolescenziale, in cui la personalità è ancora in evoluzione verso una vita adulta non determinata e non ancora prevedibile. Non è automatico che la scelta compiuta a 16 anni sia poi quella definitiva. Infatti i dubbi c'erano fin dall'inizio, ma sono un lato mai prima preso in considerazione, perchè forse voi stessi troppo giovani per farlo, e poi si toccava un tasto difficile, quello dei diversi valori delle due reciproche famiglie. Lei dice "abbiamo lottato", inoltre che il suo fidanzato non è mai stato realmente accettato dalla sua famiglia. E non potrebbe essere questo vostro sentirvi unici a comprendervi l'un l'altro ad aver contribuito alla vostra complicità di adolescenti incompresi? Una situazione di questo genere, quando si tratta di adulti,va di solito risolta come tale e con un po' di assertività, comunicando con calma e tranquillità alle due famiglie ( insieme i due elementi della coppia) che qualunque atteggiamento le famiglie possano assumere, la coppia non cambierà idea. Detto cio', la coppia è in grado di continuare il proprio cammino sicura di sè e dei propri obiettivi e convinzioni, indipendentemente dai gidizi altrui, fossero anche quelli delle famiglie, che in genere, quando vedono decisione nei figli, si convincono e di adattano piu facilmente di quanto non si creda. Mi sembra dalla sua lettera che pero' anche lei non condivida i valori del fidanzato e della sua famiglia, cosa che è realmente invece un problema e che lo diventerebbe a maggior ragione con una convivenza e condivisione di intenti. Come conciliare i diversi valori della vita se non condivisi tra i due? E' probabile che l'infatuazione per la recente persona sia stata , in questo momento, una modalità per lei "inconsciamente utile" a farle aprire gli occhi e a fermare decisioni che stava prendendo col fidanzato ma che, forse, non sono ancora mature o realmente approfondite in vista di un passo importante. La persona di cui lei si dice innamorata attualmente, pur con mille sensi di colpa, si sta nel frattempo allontanando, forse spaventata dalla sua tendenza a essere "dipendente" dall'altro? Forse sta prendendo le distanze per riflettere sul da farsi: lui ha a sua volta una relazione, se pure poco frequente, sa che lei è fidanzata. Forse non desidera essere lui a stravolgerle la vita. Credo che lei debba lavorare su se stessa per chiarire, adesso che è una giovane adulta, cosa desideri realmente dalla vita, quale sia la persona in grado di soddisfarla, indipendentemente dai condizionamenti familiari, dai valori che non siano i suoi. Un aiuto glielo consiglierei, anche fosse per qualche seduta per confrontarsi con se stessa insieme a un esperto che sarebbe"al di fuori" della sua emotività al momento confusa. Anche il tradimento, visto da fuori, puo' risuonare semplicemente come un campanello di allarme a fare luce su di sè, se necessario anche a prendersi un periodo di riflessione allontanandosi da ambedue le persone, facendo , meglio ancora, qualcosa che interessi solo lei (un interesse lasciato indietro in passato, un corso, un viaggio, lo studio di una lingua straniera, un lavoro che la assorba...) in modo da essere piu centrata su se stessa e per evitare di diventare dipendente di questa seconda persona, in sostituzione della prima, col quale sembrava aver costruito un rapporto di simbiosi, quasi a sostenervi a vicenda contro il mondo esterno.