Il Disturbo Ossessivo Compulsivo, caratteristiche e trattamento
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo, ovvero DOC, è uno dei disagi psicologici maggiormente diffusi, tanto che si dice che ne soffrano due persone su 100. Questo dato stupisce perché effettivamente non emerge una così grossa percentuale di persone che ne lamentano la sua insorgenza, il motivo è dovuto al fatto che molte persone non ne parlano personalmente perché se ne vergognano o perché è diventato normale essere imprigionali nell’esecuzione di “rituali” di cui non si riesce a fare a meno.
Il DOC è un disturbo d'ansia, la cui caratteristica è la presenza di pensieri ossessivi indesiderati, che affiorano di continuo nella mente delle persone che ne sono affette, e di comportamenti ripetitivi, detti compulsioni, in risposta a queste ossessioni, per es: il pensiero ossessivo è la paura dello sporco, la compulsione è la tendenza a lavarsi in continuazione, oppure il non tollerare di vedere degli oggetti in disordine e di conseguenza metterli continuamente in ordine cercando di tenerli perfettamente allineati con gli altri. Tali comportamenti hanno lo scopo di ridurre lo stato d’ansia costantemente presente nella persona, poiché spesso viene associata alla loro mancata esecuzione, il timore che possa succedere qualcosa di brutto o se stessi o alle persone care. Le persone che soffrono di DOC possono restare intrappolate in una serie di pensieri ossessivi e comportamenti ripetitivi (compulsioni), che possono generare angoscia ed essere molto difficili da superare, i sintomi possono essere differenti e variare da lievi a gravi, ma se non trattati adeguatamente possono compromettere la capacità di funzionamento della persona in diversi ambiti della sua vita.
Le persone affette da DOC sono dotate di grande sensibilità e per questo motivo tendono a porsi tante domande, a crearsi dei dubbi, risposte e perplessità a cui loro stesse non riescono a dare risposta. Sono solitamente consapevoli di quanto stanno vivendo perché si rendono conto di essere diverse dagli altri, di controllare eccessivamente il proprio pensiero e di non riuscire ad evitare di agire le compulsioni. Diversamente dagli individui che non presentano questo disturbo, ma che comunemente possono presentare dubbi e pensieri intrusivi che vengono ben tollerati, vi è oltre a una marcata intolleranza per l’incertezza, una grossa difficoltà nel distingue il pensiero dall’azione, in altre parole la persona ossessiva che subisce il pensiero intrusivo ( ad esempio, la paura di essere contaminata se non si lava) è convinta che pensare questa cosa equivale a metterla in atto. Questa fusione, è molto probabilmente una delle cause del disturbo ossessivo compulsivo, ed è accompagnata dall’ escalation dell’ansia e quindi della messa in atto dei rituali come soluzione per ridurre lo stato di disagio.
Ciò che alimenta il DOC è la tendenza ad agire una compulsione per ridurre il pensiero intrusivo. Per modificare quello che è diventato un comportamento automatico, come nell’esempio sopracitato della compulsione a lavarsi continuamente le mani, per paura della contaminazione, occorre riuscire a separare il pensiero dall’azione e gradualmente ridurre il numero di volte il lavaggio delle mani, in modo tale da esporsi progressivamente alla paura della contaminazione e imparare a sperimentarne la veridicità. Un'altra strategia che potrebbe essere l’utilizzo di un processo paradossale, ovvero piuttosto che ridurre l’esposizione al sintomo aumentarla, es: ogni volta che si sente il bisogno di lavarsi le mani, lavarle altre 10 volte, in modo tale che la persona non senta più il giovamento dal lavarsi le mani, ma la fatica nel farlo, in questo modo il sintomo non sarà più rinforzato, e l’effetto positivo dovrebbe tendere a scomparire.
Esistono diversi tipi di psicoterapie che trattano questo disagio, ma ciò che sembra dare maggiori risultati è un approccio integrato tra psicoterapia cognitivo comportamentale, psicoterapia sistemico relazionale e terapia farmacologia.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta a ridurre la frequenza di pensieri ossessivi e di conseguenza le compulsioni, sviluppando strategie e tecniche che individuano e mettono in discussione le distorsioni cognitive che la persona tende a fare.
La terapia sistemico relazionale, una volta indebolito il sintomo della compulsione, lavora sulle dinamiche relazionali disfunzionali che si sono instaurate all’interno del sistema familiare, e che possono aver contribuito alla genesi e mantenimento del DOC nella persona. In genere nella famiglie vi sono due diversi tipi di reazioni:
1) i familiari si irrigidiscono a causa delle eccessive richieste da parte del soggetto affetto da DOC con reazioni di scarsa tolleranza e la presenza continua di conflitti;
2) i familiari assecondano e rinforzano i sintomi del DOC, queste sono famiglie invischiate, con difficoltà a mettere confini e con la tendenza a evitare il conflitto.
L’intervento farmacologico avviene in base alla gravità del caso, se ne occupa lo psichiatra che valuta l’ipotesi di affiancare alle diverse forme di psicoterapia anche un intervento farmacologico, ma non è detto che sia sempre necessario.
L'intervento integrato può considerarsi la soluzione terapeutica più completa in quanto permette di intervenire da una parte sul significato del sintomo, contestualizzandolo rispetto al ciclo di vita della famiglia e della persona in cui si manifesta con tutte le sue caratteristiche e difficoltà, dall’altra agisce sul sintomo, rendendolo meno invalidante sia per la persona che lo agisce sia per chi le sta vicino.
Psicologo, Psicoterapeuta - Roma
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