Dott.ssa Paola Liscia

Dott.ssa Paola Liscia

Psicologo, Psicoterapeuta

Le fragilità del narcisista

Sono persone che inizialmente attraggono facilmente l’altro per queste loro caratteristiche seduttive, perché sono capaci di farlo sentire importante, unico e speciale. Dopo aver raggiunto questa meta, in cui l’obiettivo è conquistare l’altro, comincia un percorso in discesa dove la gioia di avere accanto una persona che ci fa sentire speciali, viene sostituita dalla delusione perché tutto ciò dopo un pò svanisce e la speranza che ritorni ad essere come prima, fa tollerare tutta una serie di comportamenti negativi che provocano dolore. Con questa visione semplificata, il narcisista sembra una persona da cui è necessario difendersi, e mettere in atto delle strategie per proteggersi, perché è considerato come il portatore di grandi gioie e di altrettanti dolori.

Capire meglio il perché del comportamento del narcisista, ci aiuta a ridimensionarne l’immagine e scoprire un approccio diverso con cui è possibile entrarci in relazione.

Secondo il Mito greco, Narciso era un bel giovane, di cui si era innamorata la ninfa Eco. Eco era stata privata della parola da Era, la moglie di Zeus, e poteva soltanto ripetere le ultime sillabe delle parole altrui. Incapace di esprimere il suo amore, Eco venne respinta da Narciso e morì di crepacuore. Gli dei punirono allora Narciso per la durezza con cui aveva trattato Eco, facendolo innamorare della propria immagine. L’indovino Tiresia aveva predetto che Narciso avrebbe cessato di vivere, nel momento in cui si fosse visto. Un giorno chinandosi sopra le limpide acque di una fonte, vide la sua immagine e se ne innamorò perdutamente e non volle più abbandonare il luogo. Morì così di languore e si trasformò in un narciso, il fiore che cresce ai bordi delle fonti. Secondo questo mito, innamorarsi della propria immagine, è considerato come una punizione per l’incapacità di amare. Si potrebbe pensare, che respingendo Eco, Narciso abbia respinto la propria voce, ovvero la parte che esprime l’essere interiore e profondo, opposto all’essere esteriore e superficiale di cui si era innamorato (da: Il Narcisismo di A. Lowen).

Il narcisista, ama la propria immagine esteriore e fa di tutto per migliorarla, ma non fa lo stesso per quella interiore, con cui spesso non riesce ne ad entrare in contatto ne ad accettare. Fa di tutto per piacere agli altri, e questa sua debolezza lo porta ad essere continuamente dipendente dall’approvazione degli altri e quando ciò non avviene prova una grossa sofferenza di cui non capisce la causa, avendo scarsa consapevolezza dei suoi aspetti interni.

Il Narcisista ha difficoltà a provare sentimenti verso gli altri, e ad empatizzare con loro. Ciò gli impedisce di amare e permette di essere spietati, sfruttatori, sadici, etc, perché sono insensibili sia ai sentimenti degli altri che ai propri; nello specifico se non si è capaci di provare tristezza o gioia, non si riesce a reagire alla gioia o tristezza dell’altro. Questo meccanismo permette di mettere in atto tutta una serie di comportamenti che possono ledere l’altro, senza star male e esitare nel farlo, nonostante le reazioni di dolore e sgomento di chi le subisce. L’origine di questo comportamento, sta spesso nell’infanzia, come reazione a situazioni di forte dolore e umiliazione vissute precocemente, dove si impara a creare una distanza emotiva sia da se stessi che dall’altro per non soffrire.

Un’altra caratteristica del narcisista è la sua tendenza a ricoprire ruoli di potere in tutti gli ambiti della sua vita, lavoro, amicizia, affetti. Anche questo aspetto ha avuto origine nella sua infanzia, collegato con esperienze in cui si è sentito umiliato dai genitori, che usavano il potere come mezzo di controllo, in alcuni casi questo era la forza fisica o il ricatto con cui cercavano di far fare al figlio ciò che volevano, oppure con la critica negativa che ne sminuiva il valore. La reazione a ciò è diventata quella di decidere di stare un posizioni di potere, ribaltando ciò che si è vissuto nell’infanzia, per fare in modo che nessuno potesse più umiliarlo. Per avere potere il narcisista impara a sedurre e manipolare, così da poter ottenere ciò che vuole. Quest’arte viene appresa sin dalla tenera età, dove essendo coinvolto nei giochi di potere familiari, impara presto come utilizzare a proprio vantaggio il suo ruolo, maturando una forte autostima, che raramente viene messa in discussione. Per esempio, quando un genitore manipola un figlio per metterlo contro l’altro genitore, lo fa sentire importante, questo e a sua volta cresce sentendosi importante perché diventa più forte del genitore, col tempo impara a sua volta a manipolare l’altro per ottenere ciò che vuole. Più cresce il potere che ha sull’altro, più aumenta la sensazione di essere onnipotente.

La famiglia del narcisista, come già sottolineato in diversi punti, ha una forte importanza nello sviluppo di questa struttura di personalità, non è possibile determinare delle sue caratteristiche specifiche, ma sono stati riscontrati dei tratti comuni nei genitori di figli con problematiche narcisistiche: la presenza di una forte emotività espressa nei conflitti tra i genitori, induce nei figli la tendenza a negare il vissuto emotivo dell’accaduto, come meccanismo di difesa dal dolore; la tendenza ad umiliare i figli con l’intento di educarli o fargli fare ciò che si vuole; la difficoltà a entrare in contatto emotivo con i figli e a decodificare correttamente i loro bisogni; la tendenza a idealizzare i figlie, senza riconoscerli realmente per quello che sono.

Questa visione di quelle che sono le basi, che portano a diventare dei narcisisti, può sicuramente aiutarci ad entrare in contatto empatico con i loro aspetti più fragili e a capirne il perché si siano evoluti in questo modo. La comprensione profonda di ciò che c’è realmente dietro la maschera che hanno creato per proteggersi dal dolore devastante che hanno sentito, può aiutarli a scoprire quell’autenticità emotiva, che hanno rimosso per sopravvivere. Ciò potrebbe avvenire con l’aiuto di un esperto psicoterapeuta e solo se la persona che presenta queste problematiche decide autenticamente di voler cambiare.

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Penso che lui rispecchi tutto quanto parla di "narcisismo": due o tre volte mi ha detto di volermi bene,,,,questo significa che qualcosa sente. Il nostro rapporto(lui dice che a lui piace) e' costuito da me empatica e da lui chiuso ....ermetico..che mai si lascia andare....ma sempre metodico e con piu' 0 meno gli stessi discorsi....cioe' che lui non si sente realizzato che ha fatto tanti sbagli sul lavoro...che si sente solo...infatti non ha amici e la sua vita si svolge fra ufficio e casa, dove ha una moglie succube(ritengo) e 2 figli che non abitano con lui.Piu volte abbiamo discusso sul fatto che deve raccontarsi con me perche' io lo amo davvero...a lui non riesce e quindi andiamo avanti litigando sempre. Pero' non mi molla.Io sto tanto a spiegargli come si dovrebbe comportare ma lui ascolta sembra d accordo, poi magari scrive con umilta' che e' vero e' fatto male ma continua imperterrito come prima. Inoltre i nostri messaggi non li vuole cancellare dal cellulare, nnostante io gli dica che e' pericoloso per lui e per me. Niente non vuole....si sente sicuro.....che ne pensate??????

Annag55 il 09/09/2019

la Dott.ssa Paola Liscia ha risposto al tuo commento:
Salve, da ciò che lei scrive, noto molta attenzione rivolta al suo compagno e poca a lei, e mi chiedo il perchè... In più punto, ho notato che lei da delle indicazioni al suo compagno su ciò che dovrebbe fare, ma lui non riesce a seguirle. C'è un aspetto fondamentale di cui è importante tener conto, in qualunque relazione che noi instauriamo: "non si può cambiare l'altro", a meno che l'altro non decida di cambiare, ma per far questo, occorre che si metta in discussione e intraprenda un percorso che l'aiuti a farlo. Poichè è difficile far cambiare una persona con problematiche narcisistiche, come suo marito, quello che potrebbe fare, dato che anche lei, manifesta segni di malessere, è valutare se lei vuole iniziare a star meglio e intraprendere un percorso di psicoterapia. Questo potrebbe portare la nascita di nuovi equilibri e aiutarla a trovare un modo per poter star meglio, con o senza suo marito. Buon tutto, dott.ssa Paola Liscia (RM)

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