Il conflitto come risorsa costruttiva e non ostruttiva di una sana relazione affettiva.
Quando nasce una nuova relazione di coppia, si attraversa una prima fase, detta “luna di miele”, in cui tutto sembra andar bene, l’altro viene idealizzato e sono rari i motivi di scontro. Man mano che il rapporto si evolve, si delineano quelle che saranno le regole su cui impostare il nuovo rapporto, in termini di vicinanza o lontananza reciproca, relazioni con il mondo esterno ( amici, ex fidanzati, famiglia, etc..) e rapporti di potere nella coppia. Il tutto avviene attraverso una negoziazione, che in questa fase si sviluppa con serenità. Quando finisce la “luna di miele”, si inizia a vedere l’altro per quello che è, e ci si sente un po’ delusi perché l’altro non è l’uomo o la donna perfetta che si immaginava, di conseguenza emergono le prime crisi causate dalla rabbia nell’aver scoperto l’altro diverso da come lo si immaginava. Il conflitto in questi momenti diventa centrale, e talvolta può essere l’elemento che contraddistingue la relazione. Questa nuova situazione di conflitto, spesso può esser letta come una minaccia perché mina l’equilibrio che era stato raggiunto, ma se si cambia prospettiva, può esser vista come il punto di partenza per la solidificazione del rapporto, dato che i momenti di crisi mettono alla prova la capacità della coppia di essere e rimanere tale. Affrontare e soprattutto superare il conflitto, riuscendo a rimanere uniti è un successo e non è un obiettivo semplice da raggiungere, mentre allontanarsi proprio quando ci sono situazioni contrastanti può portare al fallimento e alla fine della relazione.
I primi conflitti che compaiono nella coppia, sono spesso dovuti al tipo di legame che si decide di instaurare e nello specifico, sia quando si crea un rapporto simbiotico o al contrario disimpegnato. Per rapporto simbiotico si intende un rapporto di estrema vicinanza, dove la coppia tende a stare sempre insieme, chiudersi rispetto all’esterno (amici, famiglia e conoscenti) e a trascurare gli interessi personali in funzione di quelli della coppia, non c’è spazio per la propria autonomia, e dunque non si lascia l’altro libero di esprimere la sua identità, la quale viene facilmente repressa ed oscurata. Il legame disimpegnato all’opposto è quello dove prevalgono gli interessi individuali e il rapporto è distante e poco coinvolgente, così da non permettere alla coppia di crescere e fondersi, come due individui che camminano nelle stessa direzione senza incontrarsi. La via di mezzo è quella ideale, dove la coppia riesce ad avere entrambi gli aspetti, ma non estremizzati, ovvero riuscire a stare insieme, senza sacrificare la propria individualità, perché ciò permette di non confondere se con l’altro, di crescere insieme e di vivere l’altro senza abbandonare se stessi, i propri bisogni e le proprie aspirazioni. La realizzazione individuale è fondamentale per creare un legame sereno perché quando si è appagati, non si attribuiscono all’altro le proprie insoddisfazioni e le aspirazioni mai realizzate. Riuscire a raggiungere un buon equilibrio è spesso frutto di continue discussioni e negoziazioni, che comportano da parte di entrambi la necessità di cedere qualcosa rispetto alle proprie posizioni, per il benessere della coppia. Mentre si negozia, può emergere un altro elemento che spesso genera conflitto, ovvero la lotta per chi detiene il potere nella coppia, essere consapevoli di questa dinamica è molto importante perché si può scegliere se cedere o meno il potere, mentre sentire di non averlo e attribuire all’altro la responsabilità del proprio agire, genera un malessere che può sfociare in un conflitto fine a se stesso. Riappropriarsi del proprio potere e imparare a gestirlo in modo adeguato, può diventare risolutivo, e esplicativo rispetto al proprio modo si stare un coppia.
Un ingrediente molto importante nella gestione costruttiva del conflitto, è riuscire ad avere una buona comunicazione, in genere quella definita assertiva, è quella migliore e più efficace perché permette di evitare malintesi e inasprire ulteriormente la lite. La comunicazione assertiva si incentra su due aspetti fondamentali:
Ultimo aspetto, ma non meno importante, è l’accettazione dell’altro per come è, nessun rapporto può funzionare se alla base manca questo ingrediente, pensare di poter cambiare l’altro è impossibile e diventa una lotta inutile, mentre accettarlo sia nei pregi che nei difetti è la base per un rapporto autentico, dove ognuno riesce a esprimere se stesso senza sentirsi giudicato e si sente libero di manifestare il proprio disappunto col rischio di arrivare al conflitto. Come abbiamo visto il conflitto se costruttivo è positivo ed evolutivo, mentre se fine a se stesso è ostruttivo e negativo perchè blocca la coppia e non porta soluzioni di cambiamento. Il conflitto e l’aggressività al contrario di quanto solitamente si pensi, possono essere un’opportunità di crescita per la coppia se incanalati in modo costruttivo. Il ciclo vitale della coppia è fatto di fasi altalenanti in cui l’equilibrio viene spesso ristabilito tramite confronti e conflitti; il fatto di poter parlare di quello che non ci va significa che stimiamo l’altro come un valido punto di scontro e confronto, che ci possiamo arrabbiare, e che ci teniamo a trovare un nuovo equilibrio insieme.
Riuscire ad accettare l’altro per quello che è, stabilire dei buoni e giusti confini sia all’interno che all’esterno della coppia, essere consapevoli delle dinamiche messe in atto nel rapporto, e saper utilizzare una efficace comunicazione assertiva, sono gli ingredienti che aiutano la coppia a vivere il conflitto in modo costruttivo e ad andare avanti. Poiché spesso è difficile avere una obiettiva e chiara consapevolezza di se e apprendere autonomamente delle nuove modalità comunicative più efficaci, l’aiuto di uno psicoterapeuta può diventare illuminante per aiutare la coppia a uscire da una situazione di stallo laddove il conflitto è diventato ostruttivo e lo scontro porta solo malessere.
Psicologo, Psicoterapeuta - Roma
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