I vantaggi di dormire con i genitori
Quando si diventa genitori, una delle diverse esperienze che ci si trova ad affrontare, è quella legata al momento in cui si mette a dormire il proprio figlio e le emozioni che si vivono soprattutto la durante la notte.
Sin dai primi mesi di vita, per favorire il sonno del proprio figlio e placare il suo pianto ed evitare che stia male, il genitore si ingegna nel cercare di rasserenarlo e soddisfare i suoi bisogni, per farlo riaddormentare spesso lo porta nel proprio letto, dove il suo compito diviene quello di tentare di indurre una sensazione di serenità per permettere, sia a lui che al figlio, di continuare a dormire.
Tutto ciò va bene, sino a quando il bambino è piccolo, ma col tempo quella che era stata una strategia positiva, in grado di riportare tranquillità nel sonno, sia dei genitori che del figlio, può cominciare ad assumere connotazioni meno positive.
Diversi studi hanno permesso di osservare che sino al quarto anno di età, dormire con il proprio figlio, non produce effetti negativi, ciò accade perché dopo i 4 anni, comincia ad emergere nel bambino il bisogno di sviluppare una propria autonomia e di sentirsi più competente; se continua a dormire nel letto dei genitori, può sentire di non riuscire a dormire da solo nel suo letto e di aver sempre bisogno di qualcuno per poterlo fare; a differenza di quando era piccolo che per addormentarsi aveva bisogno dell’aiuto di un'altra persona, dopo i 4 anni, questa incapacità indica un inadeguato sviluppo delle sue capacità di autoregolarsi, cioè di rasserenarsi e calmarsi da solo, per cui se non riesce a farlo ha bisogno che un altro lo faccia per lui, diventandone dipendente.
Sviluppare queste abilità, fa parte del normale processo di crescita che inizia anche se in forma molto lieve, sin dai primi mesi di vita, se ciò non avviene non dipende necessariamente dal bambino, ma dalla mancanza dello sviluppo delle situazioni ottimali a lui intorno, in pratica i genitori o chi per loro, contribuiscono spesso inconsapevolmente a rinforzare questa mancata autonomia. Le problematiche che stanno dietro questo processo, possono essere differenti;
In tutti questi casi, il bambino non sentendosi sicuro perché non gode della serenità dell’ambiente che lo circonda, richiede l’attenzione del genitore durante la notte, diventando compartecipe di questo sistema disfunzionale.
Quando un bambino impara a restare nel letto dei genitori, diventa incapace di percepire i propri limiti, perché non percependo un veto a questa sua richiesta, si rafforza in lui l’idea di un essere onnipotente, e di non avere un confine tra lui e i suoi genitori, cosa che inciderà molto probabilmente sul suo modo di gestire le sue ansie e frustrazioni, e nel non aver chiara la differenza di ruoli tra lui e le sue figure di riferimento.
È importante che i genitori possano essere aiutati a capire che il bambino, per diventare sicuro e sereno, ha bisogno di dormire da solo nel suo letto e che le sue paure e insicurezze possono essere affrontate e superate in altri momenti durante il giorno. Quando si abitua il proprio figlio a dormire da solo, si contribuisce a sviluppare in lui la sicurezza in sé stesso perché gli si trasmette la fiducia di poter affrontare con serenità l'ansia di separarsi da loro durante la notte.
Al contrario, nei casi in cui il bambino continua a stare nel lettone con i genitori oltre i tempi dovuti, si favorisce un ritardo nel raggiungimento della sua autonomia personale e una forte dipendenza emotiva da loro. Inoltre, altro aspetto non meno importante è la necessità di creare un ambiente dove non ci sia una confusione tra gli spazi da condividere col bambino, e quelli della coppia, che per poter funzionare bene ha bisogno di proteggere la sua intimità e sessualità.
I genitori che sono in grado di porre i giusti limiti e confini tra loro e i figli, senza pensare che questo pregiudichi il loro rapporto, contribuiscono a creare lo sviluppo di un sereno rapporto di coppia e di conseguenza una sana crescita dei propri figli.
Psicologo, Psicoterapeuta - Roma
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