Valutazione dei Postumi d'Infortunio da Incidente
La signora M. P. nel 2004 ha avuto un grave incidente automobilistico durante il quale è avvenuto il ferimento e consecutivamente il decesso della madre che trasportava, essendo essa stessa alla guida dell’auto. Nel 2005 la Sig.ra ha richiesto un intervento specialistico a causa di una forte depressione emersa in seguito all’incidente sopra citato. Dai dati raccolti è emerso cha la signora M. all’epoca dell’incidente attraversava un periodo di forte stress a causa della concomitanza di differenti eventi che destabilizzavano l’equilibrio della sua famiglia. La sua tendenza ad essere una persona fortemente protettiva, l’aveva portata a caricarsi eccessivamente della gestione delle problematiche dei figli, sopravalutando i suoi limiti. Il giorno dell’incidente, in mattinata aveva avuto notizia della presenza di una problematica di Tossicodipendenza nella figlia. In serata era uscita in macchina, portando con se la madre, con la preoccupazione di non lasciarla sola in casa, e la nipote come compagnia, per andare a prendere il figlio che arrivava alla stazione in tarda serata. La preoccupazione e lo stato ansiogeno per gli eventi vissuti durante la giornata, avevano pertanto allentato il suo stato di vigilanza tanto che del momento in cui è avvenuto l’incidente riferisce scarsi ricordi, ricorda invece tutto ciò che è avvenuto dopo: l’urto, la consapevolezza dell’incidente, la verifica dello stato di salute della nipote, della madre e di se stessa, la chiamata dei soccorsi e la consapevolezza che la madre pur essendo ancora viva non sarebbe sopravissuta. Il forte trauma riportato dalla signora M., l’ha portata nei giorni del ricovero seguito all’incidente alla negazione della morte della madre. Aveva rifiutato di prolungare il ricovero per poter raggiungere la madre che riteneva fosse ricoverata in un altro ospedale. La consapevolezza del decesso è avvenuta solo in seguito.
Il danno psichico si accerta con l'esame obiettivo psichico, mercé l'osservazione e il colloquio, che saggiano i cinque parametri fondamentali: vigilanza-coscienza, percezione, ideazione, affettività, comportamento, che definiscono i quadri psichici : in tema di danno psichico non ha senso parlare di "causa", ma si deve discutere solo di "concause". In questo campo assume perciò fondamentale importanza il concetto di “preesistenza", in altre parole il trauma si inserisce su un preesistente substrato psichico, strutturato mercé la concorrenza, in varia e pressoché indeterminabile proporzione, di influenze biologiche, psicologiche, familiari e ambientali. Il D.S.M III-R prevede un apposito Asse - il IV - sul quale annotare gli Eventi Psicosociali Stressanti "che si siano verificati nell'anno precedente l'attuale valutazione e che possano avere contribuito ad una delle seguenti situazioni: - insorgenza di un nuovo disturbo mentale; - ricaduta di un disturbo mentale precedente; - esacerbazione di un disturbo mentale già esistente.
Se, di contro, si tiene conto del solo fatto che un calo di tono dell'umore - si pensi al comune detto "essere giù di morale" - in caso di morte di una persona cara, è una reazione "normale", “psicologica" e non "psicopatologica" , allora si tratta di puro e semplice danno morale (6). Altri problemi sorgono quando il quadro psicopatologico è ancora in atto al momento dell'osservazione peritale, a distanza di notevole tempo, magari anni, dal trauma. In qualche caso la questione è stata risolta ricorrendo alla “preesistenza”. Vale a dire che, dimostrata una personalità premorbosa predisposta allo scompenso, pur ritenuta la probabilità di un nesso di causa fra un evento traumatico modesto e un quadro psicopatologico rilevante, si è poi negato che il disturbo psichico attuale fosse da considerarsi danno conseguente al trauma e si è ammesso solo un periodo di malattia assai più dilatato rispetto alla "norma" il tecnico ben può esprimere opinioni personali, purché come tali le dichiari e non le faccia passare per verità "scientifiche" assolute. depressione reattiva con somatizzazioni gastriche e fobia della guida. Si è avuto come momento rivelatore un trauma emotivo' riconducibile all'incidente” l’ideazione è sempre, in ogni momento della giornata, focalizzata su quanto accaduto la mattina dell'incidente; si sono sovrapposti immotivati sensi di colpa al continuo rifiuto di quanto accaduto, spesso vissuto come un sogno, un incubo; la giornata è imperniata su un'ansia costante e tale da rendere difficile la normale attività lavorativa, così come qualunque tentativo di evasione e di relax, piange spesso e alterna pensieri sull'accaduto solo a proiezioni pessimistiche sul futuro, insonnia con somatizzazioni e depressione psichica reattiva a senso di colpa per l'episodio luttuoso derivato dall'incidente”.
Psicologo, Psicoterapeuta - Roma
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