Dott.ssa Paola Trombetti

Dott.ssa Paola Trombetti

Psicologa / Psicoterapeuta / Psicotraumatologa - E.M.D.R.

Sesso con moglie

Buongiorno,
sono sentimentalmente legato a mia moglie da ben 21 anni, di cui 9 di fidanzamento e 12 di matrimonio. Il sesso tra noi non è mai stato totalmente appagante per lo scrivente, frutto, verosimilmente, di un diverso approccio alla pratica sessuale. Io penso al sesso come espressione di libertà del corpo, dove le persone possono praticare qualsiasi esperienza purchè condivisa; mia moglie, invece, ha una visiona basica e bigotta: il sesso si fa solo in certe posizioni (due per inciso), senza alcuna altra pratica (niente ammiccamenti, pratiche sensuali, fellatio, rapporti anali, ecc.) ed al massimo un paio di volte al mese. Ho cercato in ogni modo di "accenderla" attraverso "esibizioni sexy" del sottoscritto ovvero creando situazioni eccitanti, ma non vi è stato nulla da fare. Ne abbiamo parlato in tantissime occasioni, ma al di là di futili ammissioni dell'esistenza di un problema, lei non ha mai fatto nulla per risolverlo. Non le ho mai messo pressione e le ho dato tutto il tempo per maturare un cambiamento, dichiarandomi anch'io propenso ad essere meno "voglioso"; l'ho più volte sollecitata a rivolgersi ad uno specialista, ma ogni tentativo è naufragato per la completa assenza di volontà da parte di mia moglie. Nonostante i duri colpi subiti, il mio desiderio sessuale non si è completamente sopito, ma sta iniziando seriamente a dirigersi verso altre donne. Non ho mai tradito mia moglie perché sposandola ho scelto la monogamia, ma oggi sto rimettendo tutto in discussione. D'altro canto, però non voglio mettere fine al nostro rapporto, poiché abbiamo tre figli e, ad eccezione del sesso, siamo molto uniti. Cosa posso fare?

Buongiorno,

dal suo racconto emerge che il diverso approccio alla sessualità tra lei e sua moglie è un aspetto che vi caratterizza praticamente da sempre, dal momento che per quanto riguarda le altre aree della vostra vita di coppia "siete molto uniti". Gentile signore, avverto nel suo racconto che la vostra coppia e la vostra storia si fonda su un incrollabile spirito di sacrificio, soprattutto quando dice che non volete mettere fine al vostro rapporto, "soprattutto perché avete tre figli", le suggerisco di introdurre nei vostri confronti di coppia una onesta e leale interrogazione su che cosa vorreste lei e sua moglie per sentirvi appagati e vivi come compagni di vita e come amanti, a prescindere da ogni dovere verso i figli. Mettere in discussione e sollevare interrogativi significa sì accettare il rischio di allontanarsi, ma significa anche non negarsi la possibilità di crescere e trasformarsi insieme, in un modo che sia positivo e appagante per entrambi. Con questo non sto dicendo che verso i figli non esistano doveri, anzi! forse accettare il rischio per realizzare pienamente la propria esistenza è un dovere ancor più grande verso se stessi, verso l'altro e verso i figli stessi, che non quello di stare insieme costi quel che costi. Le suggerisco di proporre a sua moglie questo confronto sulle vostre aspettative e sui vostri bisogni di intimità apparentemente così discordanti come un tentativo di aiutarla a rilassarsi e magari a fare pace con il proprio corpo, quindi come un'attenzione per lei più che come una richiesta per se stesso, potrebbe avere maggiori possibilità di evitare il solito circolo vizioso della chiusura e del triste rimanere nella routine. Se non ostante l'impegno dovesse notare che il messaggio non passa, può sempre proporle la consultazione di un terapeuta di coppia, mi raccomando, non per sè, non per i figli, ma per voi due!

Cordiali saluti