Pensare a me o continuare il matrimonio?
Buongiorno sono Linda ho 34 anni e mi sento vuota.
Avevo l'età di 21 anni quando sono rimasta incinta del mio primo figlio, con il mio attuale compagno, nel 2010 abbiamo ( ho) deciso di sposarci in comune per concretizzare il nucleo famigliare. All’inizio è stata molto dura, non avevamo una casa, i miei genitori non accettavano la situazione, poi ci hanno dato la possibilità di sistemarci da loro per un breve periodo, invece dopo 12 anni siamo ancora qui, premetto che con i miei genitori il rapporto è teso per dire chiuso, mentalità vecchia e limitata si sono intromessi spesso.
Speravo che il mio compagno avesse voglia di andarsene ma niente, per quanto io spingevo
di farlo lui non sentiva il bisogno, credo che questo abbia logorato il nostro rapporto.
Abbiamo due caratteri diversi lui chiuso io più espansiva ma con il tempo per la sua gelosia mi sono chiusa molto non riuscendo a comunicare con nessuno per paura di piacere o che qualcuno fosse interessato. Mi
sono sempre sentita controllata sia da lui che dai miei genitori, io ho bisogno di comunicare di mettermi in relazione. Ma per lui e’ sempre stato un peso. Un giorno l'ho tradito, ho avuto una storia extra per 4 anni con una persona più grande. Non mi va di giustificarmi, anche se questo mi fa stare male mi sentivo viva.
Poi la storia si è conclusa il mio compagno l'ha saputo. Abbiamo deciso di fare un’altro figlio ( avevo bisogno di emozioni, una casa che non arrivava diventare mamma di nuovo ) così ha detto ok proviamo. Abbiamo un bambino di due anni.
Non mi sento cresciuta ne come coppia ne come persona. Oltre al lavoro ai figli alla casa, non ho amici ne persone con cui parlare, ho chiesto se potevo ricominciare la palestra io amo fare sport senza mi sento soffocare.
Lavoro in un posto in cui non si può parlare quindi sono spesso sola con i miei pensieri, lavoro tanto, quindi ho cominciato a fermarmi con i colleghi a parlare a mettermi in relazione mentalmente con altre persone, tornando a casa invece delle 18.15 al termine del lavoro magari alle 19.00. In questo periodo difficile a lui pesa la cosa perché mi fa pesare che lui prepara la cena, quando in realtà è’ già organizzata dal mattino appena mi alzo.
Va in palestra pure lui ed io comunque devo arrangiarmi, ci aiutiamo ci organizziamo, è un bravo papà lo stimo per ciò che fa in casa e con i bimbi ma non lo sento compagno perché’ non sa capire i miei bisogni o che la coppia deve essere mantenuta attiva, non abbiamo più desiderio o almeno io con il tempo non sono più coinvolta mentalmente e quindi fisicamente. Non ci sono argomenti a lui piace il calcio e ora gioca con la play con il figlio più grande ma non capisce che mi fa sentire sola anche in sua presenza. Dice che dopo il lavoro ho una famiglia che non è’ giusto che io stia fuori a parlare, con il tempo dimenticavo mi sono dedicata qualche uscita con qualche “ amica” ma alla fine tutti mi hanno isolata. Io mi trovo bene a parlare con i maschi a lui infastidisce.
Non ha mai voglia di uscire di fare qualche gita, in 2 anni non abbiamo mai fatto un viaggio, lui ha sempre bisogno di essere stimolato, gli chiedevo di visitare una mostra, sbuffava, con il tempo in una mano siamo andati due volte, però tutto ciò che lui interessava non ci pensava due volte. Non ha mai deciso di sposarmi di andare a vivere lontano dai miei, solo ora che i miei genitori mi dovrebbero dare dei soldi perché hanno diviso le parti con mio fratello allora si è’ interessato. Mi chiedo se mi dice di amarmi solo per timore che in realtà non lo è, che sia rimasto solo per comodità, alla fine sono passata io per quella sbagliata solo perché sono una che non lascia i problemi ma parlo tanto esprimo ciò che provo piango mi sfogo. Mi dice che faccio la vittima che sono logorroica.
Non sono più io.
Mi dispiace avrò fatta tanta confusione ma avevo tante cose da dire. Se mi separo sarò sola i miei mi hanno abbandonata, ho tutti contro. Lui non vuole più parlare per capire. Mi dice che con me non si può parlare perché voglio sempre aver ragione invece di puntare il dito su di me dovrebbe analizzare i suoi comportamenti visto che a questo punto non è migliore di me.
Grazie
Ciao Linda,
sono 13 anni che ti lasci andare, stando in sofferenza e non prendi decisioni.
Credo che la domanda non sia o sposarsi o pensare a se stessi, ma sia piuttosto analizzare situazione è sentimenti e dunque assumersi l’onere di fare una scelta.
Non c’è una risposta giusta ed una sbagliata, é tutto un rischio: qcosa si perde, qcosa si prende...
Penso che a 34 anni tu sia in grado di assumerti la responsabilità x te stessa e x i tuoi figli e forse i tempi sono maturi perché stai veramente soffrendo e vivendo in passività.
Prendi in mano la tua vita: fai la cosa giusta, non nasconderti dietro una routine che non soddisfa nessuno.
Cerca di essere un buon esempio x i tuoi figli e loro un giorno capiranno e ti ringrazieranno.
So che rifletterai e farai ciò che é meglio x tutti.
Tanti cari auguri di buona vita