Perchè mio figlio non riesce a stare senza di me?
Salve, mi chiamo Francesca e sono mamma di un bambino di 3 anni che a settembre ha cominciato la scuola materna. In questi 3 anni siamo stati sempre insieme non abbiamo avuto occasione per staccarci l'uno dall'altra perchè i nonni erano in casa e io non lavoravo quindi non ci siamo separati quasi mai. Tra di noi c'è un legame molto forte, mi abbraccia sempre e mi dice tante cose belle. Sapevo che con l'inizio dell'asilo avremmo avuto problemi ma pensavo che sarebbero durati meno. Quando lo lascio piange non di capriccio ma di sofferenza e li si rilassa per poco tempo, gioca ma chiede sempre di me alle maestre. Lui è un bambino socievole ama stare con gli altri bambini e non ha problema a giocare con loro e a interagire, parla moltissimo. Le maestre mi dicono che il suo unico problema è che non riesce a separarsi da me, ha sempre questo pensiero fisso e loro non sanno come fare per farlo distrarre (eppure sono bravissime). Quando torna dall'asilo è felice e mi racconta molte cose belle, impara canzoncine. Gli ho spiegato che deve essere tranquillo e che io torno presto, infatti non l'ho ancora lasciato alla mensa. Vorrei che fosse sereno e giocassa senza chiedere di me e senza piangere, ma come posso fare? ogni giorno sembra uguale. Prima ho usato tanta dolcezza e serenità ma ora comincio a spazientirmi e a fare la dura quando lo accompagno e mi fa scenate davanti a tutti. Grazie mille. Francesca
Cara signora, penso che la questione della separazione vada vista come un motivo di evoluzione verso una graduale autonomia del bambino e della mamma, non tanto come un distacco dalla mamma! Il fatto che il suo bambino venga portato in un ambiente sociale, pubblico, esterno a quello famigliare segna il primo passaggio a un allargamento dell'ambiente personale. Può essere necessario un periodo abbastanza lungo, perché il piccolo si adatti all'armonizzazione dell'ambiente famigliare, in cui la madre e' molto presente, con l'ambiente collettivo in cui il bambino può trovare facilmente stimoli e gratificazioni, ma viene a mancare la figura materna costante e assidua. Il fatto che lei si senta un po' innervosita dalla reazione del bambino probabilmente significa che comincia a dare valore anche lei alla legge del mondo, in antitesi alla legge totalmente affettiva della "coppia" mamma/bambino. Anche per lei si sta producendo un distacco che mobilita sentimenti ed emozioni contrastanti. F.Dolto, una famosa pediatra e psicanalista parigina, diceva che questi passaggi comportano delle piccole 'castrazioni' , cioè delle rinunce a stati di appagamento precedenti, che hanno lo scopo di condurre l'animaletto uomo a uno stadio di sviluppo più evoluto e complesso. Se vuole può leggere il bel testo di Winnicott:"sviluppo affettivo e ambiente" oppure qualche testo su genitori e bambini di Francoise Dolto.