Gentile Francesca, dalla lettura delle sue righe, immediatamente mi è sorta questa riflessione di fronte ad alcune sue parole: “a scuola e' stata riscontrata un leggero disturbo dell'attenzione, oltre ad una lieve discalculia e dislessia”. Daniele andrà o è presumibilmente in classe IV alla scuola primaria e, le Insegnanti le hanno segnalato un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, probabilmente definito lieve, perché non così evidente od invalidante nell’ambito del calcolo e/o della lettura ma, probabilmente, più interferente sull’ambito neuropsicologico, (attenzione- concentrazione- memoria di lavoro - …), ambito meno visibile ai non tecnici e spesso maggiormente causa di “quei comportamenti” che per chi non riconosce il problema, appaiono regressivi o inopportuni (timore, insicurezza, indecisione, scarsa autonomia, reattività, nervosismo, incostanza, ….). Innanzi tutto, qualora non sia già fatto, le suggerirei di non accontentarsi della definizione (assai tempestiva ma da approfondire) delle Insegnanti e procedere ad una valutazione clinica, (presso un collega esperto in Psicologia dell’età evolutiva e dell’apprendimento). per verificare l’effettiva presenza di “Disturbi di Apprendimento”. I DSA sono difficoltà di natura neurobiologica, del tutto indipendenti dal funzionamento cognitivo, (come la miopia), che determinano difficoltà nell’acquisizione dei tradizionali automatismi apprenditivi e, per vari motivi, non interferiscono solo sulla vita scolastica del soggetto, bensì su tutta la sua vita socio-relazionale. Le frustrazioni derivanti da un vissuto scolastico, relazionale e ludico, basato su sistemi tradizionali di insegnamento e di proposta dei contenuti, potrebbero sottoporre Daniele ad una frustrazione difficile da sopportare da solo, (soprattutto qualora si percepisca incompreso o, in alcuni casi, ingiustamente stimolato a mantenere quell’attenzione o quella concentrazione che - pur impegnandosi mostruosamente - fatica a mantenere e - nel tentativo di non passare da “sciocco o poco intelligente” - cerca via via di mascherare con trasgressione, bizzarrie, pianto, evitamento o altro). La valutazione psicodiagnostica mirata, con attenzione alla sfera dell’emotività del bambino, vi potrà condurre a capire anche se il timore dalla separazione da chiunque o quella di non essere apprezzato dal padre/dal mondo lo portino a vissuti di ansia, (e forse cedimenti depressivi), che lo spingano verso la costante ricerca di attenzioni e conferme o verso insicurezze e incertezze che lo fanno apparire “più piccolo” ma in realtà sono vere e proprie difficoltà (anche da lui stesso mal comprese). Un esempio per capire meglio: un bambino con DSA potrebbe avere difficoltà ad orientarsi in una nave, mostrandosi insicuro nell’allontanarsi dagli adulti o goffo nel riconoscere percorsi fatti più volte; questo ovviamente potrebbe condurre a stimolazioni dell’adulto verso l’autonomia che ci si aspetterebbe a quell’età e creare negative ripercussioni psicologiche. Tali competenze potrebbero essere raggiunte solo fornendo al bambino i giusti punti di riferimento e le necessarie rassicurazioni (esempio, non negando il problema, percorrere con lui il corridoio della nave ed il percorso che dalla piscina porta alla camera, indicandogli dei riferimenti precisi tipo la statua bianca, il bar con il sole, ecc….). Mi creda Francesca, qualora ci fosse un DSA o una piccola difficoltà di apprendimento, solo intervenendo con un percorso di abilitazione mirato ed un adeguato supporto domiciliare potreste cambiare la vita di vostro figlio e vostra. E’ necessaria una alfabetizzazione familiare in ambito di DSA mirata a comprendere che i bambini DSA, sono dotati di una intelligenza sorprendente, (non superiore alla media ma spesso particolare e fuori dal comune), che richiede, da parte di chi li vive, le giuste attenzioni nel garantire loro i necessari strumenti per gestire le proprie particolare modalità di apprendimento (come qualsiasi genitore farebbe, fornendo occhiali ad un figlio miope e non solo sgridandolo perché si impegni di più per vedere meglio senza lenti). Anche nella scuola sono previste misure specifiche, (che nulla hanno a che fare con forme di disabilità o altro), eventualmente, suggerisco la lettura della L.170/2010 e delle linee guida sui DSA del MIUR. Il supporto di un collega potrà aiutarvi senz’altro. Cordiali saluti.