Genitori oppressivi
Scrivo perché esausta. Sono arrivata ad un punto in cui non riesco più a stare e prima o poi ho paura di scoppiare.
Sono una ragazza di 19 anni quasi 20, frequento l'università con ottimi risultati e non ho mai dato un vero problema ai miei genitori. Non ho mai bevuto, fumato o altre cose tipiche da ragazzi, proprio perché mi reputo più matura della mia età e sono cose che non mi hanno mai attratto eppure sto vivendo un periodo in cui capisco che non posso continuare ad avere questo rapporto con i miei genitori.
Sono figlia unica e forse in parte è questo il problema del fatto che sono troppo oppressivi, non riesco ad avere indipendenza ed autonomia, mi trattano come se avessi ancora 10 anni e questo causa anche problemi di autostima per me stessa.
Ho avuto un'infanzia non facile. Sono nata con un problema ortopedico che mi ha causato molti interventi anche non facili e situazioni in cui ho dovuto rinunciare a molte cose e questo è uno dei motivi per cui mi reputo appunto un po' più matura.
Quando ero molto piccola, intorno ai 3 anni i miei genitori si sono separati, dopo un tradimento di mio padre, dove purtroppo mi ricordo liti, situazioni spiacevoli, pianti e mille altre cose.
Dopo qualche anno però, sono tornati insieme.
Naturalmente la frase tipica, almeno di mia mamma è che sono tornati insieme solo per me e perché era giusto che io crescessi con entrambi e che se non ci fossi stata io di certo, non l'avrebbe perdonato.
In parte credo anche sia quasi colpa mia, nel senso che, quando mio padre ha tradito mia madre era un periodo in cui ho subito diverse operazioni, per appunto questo problema fisico e mia madre dedicava giustamente più attenzioni a me, mio padre disse che la nuova compagnia gli dava quello che non aveva mai avuto e delle volte mi trovo quindi a pensare che se io fossi stata sana, tutto questo non sarebbe successo.
Comunque, nonostante ciò, amo follemente i miei genitori, sono fantastici e so che per me ci sono sempre come io per loro perché senza non sarei quella che sono oggi, ma forse anche per tutti questi motivi, si è instaurato tra noi un legame fortissimo, morboso a volte da parte loro.
Ovviamente nel periodo in cui mia mamma aveva solo me ed avendo anche diversi problemi, respirava per me e senza me non sapeva starci.
Il problema è però che questa situazione si è protratta ed esiste tuttora.
Ora che voglio la mia indipendenza e voglio avere più autonomia.
Ma ogni volta che faccio presente questa cosa, viene definita come un capriccio di una persona che non si accontenta mai di quello che ha.
Le liti nascono soprattutto se chiedo, nonostante la mia età, di uscire la sera, loro mi lasciano andare nonostante qualche piccola frase del tipo :"ecco che ci lascia da soli anche stasera" che mi causa abbastanza disagio.
La frequenza con cui chiedo di uscire è una volta ogni due settimane oppure al massimo una alla settimana.
Oppure mio padre se ne esce con frasi del tipo:" hai intenzione di tornare all'una?" quando torno invece per le 11 e mezza massimo mezzanotte. E la tipica uscita é la classica pizza con amiche, perché non mi piace andare in discoteca.
Poi, ho la patente da un anno e mezzo, la mia macchina e ogni volta che vado in qualsiasi posto gli scrivo quando arrivo e quando sto partendo, altrimenti succede la fine del mondo, le mie amiche giustamente mi dicono guarda che è esagerato. E li capisco, ma ieri sera abbiamo litigato ad esempio perché mi sono dimenticata di avvisarli, quando sono arrivata all'università, in autobus. Io ho detto che mi sono dimenticata ma che mi sembrava esagerato dovergli scrivere anche quando prendo i mezzi pubblici. Loro mi hanno risposto che non faccio fatica, che può succedere di tutto e che ogni giorno ne succede una e che li faccio solo stare in pensiero.
Non parliamo della loro gelosia poi. Non ho mai avuto un ragazzo, quindi non ho mai presentato nessuno a casa. Ma al solo pensiero a mia madre prende l'ansia, ed inizia a dirmi "ma perché hai intenzione di fidanzarti? Hai intenzione di trovarti qualcuno? Prima pensa a studiare poi si vedrà, bisogna vedere anche se è un tipo che va bene o no" oppure magari la provoco dicendole che un giorno andrò a vivere per conto mio e allora la risposta tipica è: "perché hai intenzione di abbandonarci?" lo dice quasi ridendo ma si capisce che non è così. Quando qualcuno le dici:" guarda che ormai è grande è ora che si faccia la sua vita, cosa farai quando si fidanzerà?" lei inizia a scuotere la testa e a dire:" non voglio neanche pensarci".
Poi ha una mentalità abbastanza antica, quindi è impensabile il solo pensiero che la fidanzata dorma dal fidanzato o che si facciano le vacanze insieme e per finire bisogna essere sicuri di chi si porta a casa perché non è bello cambiarne due e tre, anzi è quasi da poco di buono.
Non è per me facile quindi instaurare un dialogo o confidarmi perché ogni cosa è super analizzata.
La verità è che poi da qualche mese mi frequento con un ragazzo, stiamo molto bene insieme e ci vogliamo veramente bene, lui è più grande di me e ha 28 anni. É il mio primo ragazzo e mi ha aiutato molto nel fidarmi di me stessa nonostante il mio problema fisico, di cui non ha mai fatto problema, e mi sta aiutando a fidarmi di più delle persone, dato anche il tradimento di mio padre che mi ha colpito molto.
I miei genitori non sanno nulla di lui però.
L'unica cosa che sa mia madre è della sera in cui l'ho conosciuto, io ero molto felice e sorpresa e quindi le ho raccontato di questo ragazzo che mi aveva fatto ridere molto, quando poi le ho detto che mi aveva scritto su Facebook, é sbiancata e ha voluto vedere una foto, ha iniziato ad agitarsi e mi ha detto subito :" no ma è troppo grande, no ma adesso io dovrei stare con il pensiero anche per questa cosa?" io mi sono chiusa a riccio e non ne ho più parlato, e avevo smesso anche di sentire questo ragazzo, qualche tempo dopo però mi ha riscritto e lì abbiamo iniziato a frequentarci ma io non ho più avuto il coraggio di parlarne perché mi sento giudicata.
Tutto questa storia perché come ho detto all'inizio sono stanca, sono cresciuta, sto cercando di costruire il mio futuro, ma loro sono oppressivi, e mi sembra quasi che non mi diano fiducia.
E so che quando presenterò il mio ragazzo saranno solo liti, sia per il fattore età, sia perché penseranno che vuole solo prendermi in giro. Quando in realtà sarà solo la loro eccessiva gelosia a parlare.
Avrei altre mille cose da dire, ma spero di aver reso l'idea.
Sono arrivata al punto di dire, facciamo un percorso con uno specialista che ci aiuti ad essere meno oppressivi l'uno con l'altro, ma mi hanno quasi riso dietro.
Chiedo quindi consigli.
Scusate per il lungo sfogo e buona giornata
Gentile Giulia,
il consiglio che mi sento di darle è quello di iniziare un percorso psicologico individuale senza coinvolgere i suoi genitori i quali, comprensibilmente, non sono interessati a cambiare lo status quo. Credo che lei, invece, si gioverebbe molto di uno spazio tutto suo in cui esplorare, insieme al terapeuta, le sue risorse, i suoi bisogni attuali e le strategie utili ad allentare il controllo pressante dei suoi familiari, con l'obiettivo di ritagliarsi sempre maggiori quote di autonomia personale.
Se fosse di Milano mi contatti pure per un consulto.