Mia mamma non accetta che frequenti un ragazzo.
Sono Francesca, ho 20 anni e ho sempre avuto un rapporto perfetto con i miei genitori. Credo di essere una tra le poche figlie ad aver costruito nell'arco della mia vita un rapporto con loro di completa sincerità: mai una bugia, mai uno scontro, mai un "mamma, papà, lo faccio comunque". Ovviamente ci sono state nel corso degli anni piccole incomprensioni, che si son risolte solo ed esclusivamente con il mio tirarmi indietro ed accettare le loro "decisioni". Il problema sorge ora. Da più di un mese ho conosciuto un ragazzo tramite internet, è lontano da me all'incirca 900 km, ma, parlandoci, fin da subito mi son trovata a mio agio. Parliamo di qualunque cosa e mi sento felice proprio per questo. All'inizio questa situazione ho cercato di nasconderla agli occhi dei miei, consapevole che, soprattutto mia mamma, non l'avrebbe mai accettato. E di fatto è stato così. Pochi giorni fa ne è venuta a conoscenza, allora io ho cercato di spiegarle come stessero le cose, dando un sacco di informazioni su questo ragazzo. Lei ha negato totalmente la possibilità di un continuo, dicendomi che non avrebbe mai approvato o accettato la cosa e che da me una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata. Mi son sentita male con me stessa. Ma come se non bastasse, da quanto lo ha scoperto, mia mamma mi rivolge solo poche parole, per di più battutine denigratorie e, aggiungo, inviti a chiudere questa storia se io mai avessi intenzione di non rovinare il rapporto con lei.
Non ho la minima idea di cosa fare.
Gentile Francesca,
dal suo racconto emerge l'immagine di una ragazza che ha sempre messo in secondo piano i propri bisogni per non opporsi al volere, più o meno esplicito, dei genitori. Lei scrive, infatti, che non c'è stata "mai una bugia, uno scontro.." e che le "piccole incomprensioni" si sono risolte "solo ed esclusivamente con il suo tirarsi indietro ed accettare le loro decisioni".
Il rapporto con loro, che lei definisce "perfetto", risulta tale solo ad uno sguardo superficiale che si limiti a rilevare un'assenza di conflitti, ma non coglie il prezzo che lei ha dovuto pagare per contribuire a mantenere questo tipo di equilibrio familiare.
Il prezzo è la rinuncia all'affermazione di sé e dei suoi bisogni più autentici: tale affermazione può avvenire solo attraverso una quota più o meno grande di "scontro" con le figure genitoriali che è necessario per "separarsi" da loro e trovare il proprio posto nel mondo.
Per fortuna è subentrata la conoscenza con questo ragazzo che ha mosso in lei qualcosa di nuovo, cioè la voglia di intraprendere una relazione significativa con un potenziale partner.
Il mio consiglio è di cercare una consulenza psicologica per affrontare il passaggio di vita che sta vivendo (da adolescente a giovane adulta) con l'affiancamento di un esperto che possa aiutarla a gestire la relazione con i suoi genitori. Può rivolgersi ad un consultorio o ad un centro convenzionato se non ha la disponibilità economica sufficiente.
Molti auguri