È giusto continuare una relazione con incertezza, paura e senza amore,per non restare sola?
Salve,
Ho 56 anni, sono divorziata da 10 anni e combatto la battaglia contro un tumore rarissimo, quindi incurabile, con numerose metastasi (polmoni, fegato, cervello e ossa...ormai inoperabili e incurabili) già da 27 anni.
Il problema per cui chiedo un consiglio è la mia relazione attuale con un uomo, che non riesco a gestire.
Cercherò di abbreviare la storia come posso...
Dopo un matrimonio, portato avanti per 27 anni, costretto e sofferto, col risultato che mi ci sono ammalata, mi trovo in una relazione da 4 anni, con un uomo che ho amato e con cui credevo avere finalmente trovato la felicità.
Premetto che non conviviamo, anzi viviamo in due città diverse e ci vediamo nei weekend.
In questi 4 anni è stato un miscuglio di amore, ma anche delusione e rabbia, accettando per quieto vivere, alcuni suoi modi di essere, che finora sono più o meno riuscita a gestire.
Alcune settimane fa è successo qualcosa che mi ha fatto MOLTO male e che, tra le altre, non riesco più a sopportare.
È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Lui si è scusato, per l'ennesima volta, ma dopo averne parlato (per l'ennesima volta) mi ha detto che non mi può promettere di riuscire a cambiare ciò che in lui riconosce di essere sbagliato e mi fà soffrire.
Dice di amarmi e di volere la mia felicità e salute, ma gli ho detto che dover sopportare certi comportamenti inaccettabili, non di certo contribuiscono ne alla mia felicità, ne alla mia salute
Ora ho richiesto un periodo di riflessione, ma... non so cosa fare...
Rimanere con lui, per non restare sola, continuando come finora a cercare di ritagliarmi momenti di armonia, a costo che probabilmente dovrei accettare ciò che mi fà soffrire, oppure chiudere la relazione e cercare quella tranquillità di cui ho bisogno per la mia salute, ma accettare di vivere in solitudine?
Vi prego di aiutarmi...
Buonasera carissima, non e' assolutamente possibile instaurare una relazione in assenza di alcuni punti cardine tra cui: stima, fiducia, condivisione di interessi e passioni, affetto e attenzioni, dialogo e ascolto; oltre a,sentire nello stomaco le dose "farfale allo stomaco". Il tutto in un' ottica di reciprocita'. Ritengo, che qualora e purtroppo direi, manchi uno di tali punti, non si puo' fare altro che cadere nello stato di insoddisfazione. Le consiglio di imparare a stare bene con se'.stessa e a rafforzare la sua autostima; e annullare quella faticosa ricerca dell' uomo che ci da' sicurezza. Inoltre, la,sua fragilita' attuale e' ben comprensibile vista la battaglia che sta conducendo contro il tumore, anche se non piu' curabile, purtroppo. Tuttavia, se in tale relazione non si sente appagata nei punti che le ho elencato nella precedente email, puo' considerare la relazione in un' altra ottica per avere un amico che la ascolti e chr le stia vicino in questa fase della sua vita. L insoddisfazione relazionale associata allo stress della sua malattia, andrebbe ad aumentare il suo stato emotivo. Certo non e' semplice, la paura di restare soli alimenta le insicurezze del domani...capisco...ma se non trova appagamento nella relazione dovrebbe trovare altre vie che possano darle un po' piu' di serenita'... cordiali saluti