Mio nipote ha attacchi di panico e pensa al suicidio.
Buonasera, vorrei esporre un problema che riguarda mio nipote di 17 anni. Ha smesso di andare a scuola per vari problemi, non pratica nessuno sport.
Circa 2 anni fa ha concluso un ciclo di un anno da una psicologa, dovuto da attacchi di panico dopo la separazione dei genitori, e fino a 2/3 mesi fa stava bene. Ora ha iniziato di nuovo a sentirsi come prima, non bene. Da qualche giorno dice di sentirsi di nuovo “male” seriamente. Mio nipote dice che, secondo il suo parere, il tutto è da ricolegare al fatto che circa un mese fa ha lasciato la sua fidanzatina. Si pente subito di tale scelta e ritornano insieme ma dice di avere ancora dei sensi di colpa. Preciso che mio nipote dice di aver lasciato la fidanzata perché si sentiva strano ed inadeguato ed ogni volta che andava da lei gli veniva l’ansia. Questa ansia, però, con un po’ di coccole passava. Dopo solo poche ore averla lasciata si pente di questa decisione e si sentiva male. Dice che ha provato un’emozione molto forte e brutta dopo tantissimo tempo.
Come 2 anni fa, all’improvviso, anche nei momenti “morti” quando ha tanto tempo per pensare si agita, gli viene una leggera tachicardia, molta ansia e tantissimi brutti pensieri, tutti collegati alla morte e soprattutto al suicidio.
Ha dei veri e propri attacchi di panico. (Al momento so che assume delle pastiglie d’erboristeria chiamate “relaxina panic” che gli stronca sul nascere questi attacchi). Mio nipote chiarisce che non è sua assolutamente sua intenzione suicidarsi ma dice di pensare al suicidio in generale. Mio nipote dice che il suicidio appartiene a tutti e che quindi, in astratto, anche lui potrebbe farlo. Tale “teoria” gli mette paura ed ansia. Mio nipote dice che quando pensa al suicidio gli viene paura di qualsiasi cosa, persino delle finestre perché ha paura di buttarsi giù.
Ha paura di andare in motorino, cosa che ama fare, perché ha paura di lanciarsi in un fosso o contro un’auto. Praticamente ha paura di qualsiasi cosa ma poi se fa tale cosa è tranquillo e si rende conto che la paura che aveva era. Quando pensa al “suicidio in generale”, mio dice di aver paura che le persone che gli sono intorno possano essere dei potenziali suicida o omicida, iniziando così ad agitarsi.
Un ultimo aspetto. Mio nipote dice che quando a pensare intensamente “al suicidio” la sua testa comincia a pensare a migliaia di cose contemporaneamente e gli dà fastidio, perché si confonde, provando talvolta “dolore” durante la confusione.
Per sentirsi meglio molto spesso dorme con la madre (mia sorella).
Come posso dare una mano a mio nipote?
Grazie.
Buongiorno Diego,
è molto bello che lei si preoccupi per suo nipote e visti i sintomi e i pensieri autodistruttivi che riporta le posso dire che ha ragione a chiedere aiuto.
L'adolescenza è un periodo della vita davvero molto complesso e delicato, dove le fragilità caratteriali si presentano in modo amplificato e molto spesso generano sintomi e problematiche davvero importanti e invalidanti. La cosa fondamentale è non trascurarli o pensare che siano solo di passaggio, perchè sicuramente suo nipote, come già lei ci riporta, soffre molto e sta vivendo un periodo di grande confusione e dolore.
Detto questo, l'unico modo di aiutarlo è permettergli di affrontare queste sue difficoltà e rinforzare la sua personalità facendosi aiutare e sostenere da un terapeuta specializzato nei disturbi dell'adolescenza.
Rimango quindi a sua disposizione per eventuali domande o richieste.
Un caro saluto a lei e nipote.