Spiegare la morte ai bambini
Fino agli otto nove anni, i bambini vivono le calamità naturali e le disgrazie in genere (morte, incidenti, infortuni…) come l’attualizzazione delle loro paure di annientamento e di separazione.
Di fronte alle domande più o meno dirette che i bambini fanno sulla morte, gli adulti spesso rivelano tutta la loro incertezza nel fornire delle risposte adeguate.
In linea generale, il tema della morte dovrebbe essere trattato dai genitori o dagli educatori solo quando i bambini per primi pongono delle domande a riguardo.
Se l’argomento della morte viene introdotto senza un’esplicita richiesta da parte del bambino, si può rischiare di caricare il piccolo di un peso emotivo eccessivo ma soprattutto inutile.
Importante, è ascoltare con attenzione la domanda del bambino per capire bene cosa vuole sapere esattamente.
L’adulto se si sente insicuro sul tipo di risposta che sta per dare, può iniziare ponendo al bambino delle semplici “domande di ritorno” del tipo: “Tu cosa ne pensi?”..oppure “secondo te cosa può essere successo?”
Porre questo tipo di domande è importante perché riportano all’immaginario e alle fantasie del bambino. In questo modo il bambino si sente accettato nel “qui ed ora”. Inoltre le risposte che fornirà il bambino saranno per il genitore un ottimo punto di partenza per formulare una spiegazione efficace.
Spesso i bambini hanno la capacità, con le loro domande, di prendere alla sprovvista i genitori specialmente se riguardano argomenti delicati come la morte.
In questo caso i genitori dovrebbero cercare di prendersi del tempo e non rispondere in maniera affrettata. Un suggerimento potrebbe essere quello di dire al bambino:
“In questo momento non riesco a risponderti, ma dopo sono libero e vengo da te”. Dopo un po’ però bisognerà affrontare sul serio l’argomento (senza aspettare che sia il bambino a richiederlo), quindi è bene riflettere adeguatamente su cosa dire.
L’atteggiamento dell’adulto preoccupato di fronte alle domande sulla morte da parte dei piccoli è tendenzialmente di due tipi:
-evita accuratamente di rispondere
-propone un sacco di informazioni che il bambino magari non ha nemmeno richiesto.
Troppe informazioni non richieste possono far affiorare nel bambino immagini e fantasie per le quali non è ancora emotivamente preparato.
Per i bambini è importante riporre la massima fiducia nei genitori e sapere che se hanno ulteriori domande possono rivolgersi a loro senza timore.
Quindi si potrebbe concludere la risposta che si fornisce al bambino con una frase del tipo: “Se poi vuoi sapere qualcosa in più, vieni a chiedermela quando vuoi”.
In sintesi, quando si affrontano con i bambini argomenti impegnativi è bene tener a mente questi 4 suggerimenti:
1.Fate attenzione a cosa vuole sapere il bambino, concentratevi su di lui e sulla sua domanda….. Non fatevi prendere dall’ansia su cosa potete rispondere voi
2.Non aggiungete dettagli non richiesti
3.Le informazioni che date devono essere il più possibile chiare e sincere.
4.Siate vicini al bambino sia fisicamente sia emotivamente.
Questo è fondamentale perché il bambino ha bisogno di avere un sostegno affidabile per riuscire a far fronte alle risposte dei genitori e degli altri adulti.
Quello che il bambino ricerca è sicurezza e fiducia.
Le domande dei bambini sono importanti perché indicano la ricerca di una spiegazione. Allo stesso tempo esprimono il desiderio di sostegno e di rafforzare il legame genitore/figlio.
Solo disponendo di queste certezze è possibile per il bambino aprirsi a nuove esperienze.
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