Come si fa a farsi amare?
Salve, mi chiamo Arianna e ho 34 anni.
È un fallimento personale immenso per me scrivervi e cercare aiuto. Ma sono in una fase estremamente critica della mia vita.
Non so da dove cominciare, ne ho passate tante.
Credo di sapere le cose che mi hanno toccata di più.
Mio fratello viene bocciato in prima superiore. Mia mamma piange e lo sgrida. Poi andiamo a scuola mia, fine quinta elementare. Le maestre mi stanno facendo i complimenti e lei scoppia a piangere dicendo "scusate, mio figlio è appena stato bocciato" e si sono messi a parlare di questo. Tanto io era la figlia brava, quella che non ha bisogno di essere seguita, uscita sempre coi massimi voti. Salite in macchina le ho chiesto, a 11 anni "devo farmi bocciare anch'io per farmi notare da te?". Ancora oggi lei a volte lo racconta divertita.
Ho avuto una storia di 8 anni finita malissimo a quasi 30 anni. Tradita e lasciata senza preavviso né spiegazioni, al telefono. Non mi ha mai più risposto. Sparito da un giorno all'altro. Mi è mancata la terra sotto ai piedi. Sono iniziati gli attacchi di panico, ho perso molti chili, per quasi un anno ho visto il mondo al rallentatore, come da dentro una bolla. Persa. Non sapevo chi ero, cosa mi piaceva, non mi interessava neanche scoprirlo. Mi facevo schifo e me lo dicevo spesso. Non ero stata abbastanza. Neanche l'umanità di una spiegazione.
In quel periodo, subito cercavo la solitudine, poi mi sono attaccata morbosamente a chiunque, amici, ragazzi. Come per attaccarmi a qualcuno che è in piedi, per riuscire ad alzarmi. Ma ho conosciuto un mondo che non avevo ancora avuto modo di conoscere. Fatto di promesse non mantenute, persone che approfittano della debolezza altrui per i propri interessi o anche solo per sentirsi forti.
Ho versato più lacrime di quante pensassi di avere.
Sono andata a vivere da sola, ho iniziato a scrivere un diario, a fare delle passeggiate da sola, a non avere più bisogno di nessuno.
Poi ho conosciuto il mio attuale marito.
Una persona meravigliosa, solare, che mi ascolta e mi parla. Anche lui mi ha fatto molto male all'inizio, anche se inconsapevolmente. Lui dice sempre che ormai sono passati anni e un matrimonio ma pare che il male ricevuto io non riesca più a dimenticarlo e perdonarlo. E questo mi fa sentire una persona insopportabile, pesante, negativa. Ad ogni occasione rinfaccio qualcosa. E parliamo di un messaggio a una ex o cose così. Mi odio per questo. So che mi ama, me lo dimostra ogni singolo giorno, non ha mai avuto mezzo dubbio su di me. E neanch'io su di lui. Mi sento fortunatissima ad averlo trovato.
Stiamo provando ad avere figli da quasi un anno e non arrivano. Lui mi dice sempre le frasi giuste, perché ha paura che io ci stia male. Ma poi mi scontro col mondo, che mi chiede, che fa battute, che hanno tutti figli. E anche questo mi da sui nervi. Non voglio un figlio per la mia età o perché è giusto così. Lo vorrei proprio dal cuore. Quindi sono perennemente nervosa, triste, confusa. Trovo tutti banali, poco intelligenti, poco sensibili.
La gente. Nel periodo post 8 anni di fidanzamento ho legato con due ragazze che credevo mi volessero bene. Con mille problemi e sfortune che potevamo condividere insieme. All'annuncio dell'amore prima e del matrimonio poi, l'amicizia è finita. Si sono allontanate, hanno dato solo giudizi negativi. Mi hanno trattata come se non avessero più nulla da condividere con me.
Altre amiche le ho ancora nella mia vita ma mi hanno tradita in altri modi. Sento di non potermi fidare di nessuno ed è una sensazione bruttissima. Vivere in un mondo di falsità, superficialità, apparenza e social network, ipocrisia.
Sono in continua competizione. Mi sento sempre meno di tutti. Meno interessante, meno bella, meno simpatica. Facilmente dimenticabile. Alla fine, tutti si sono dimenticati di me.
Penso spesso alla morte, e come si sentirebbero le persone poi. In quanti sarebbero dispiaciuti, in quanto tempo si dimenticherebbero di me.
Ho sempre dato tantissimo amore e ricevuto mai più di un centesimo. La mia frase celebre è "si vede che non me lo merito".
Mia mamma dice che non mi manca niente.
Ed è vero. Ma ho sofferto e soffro molto a causa della mia estrema sensibilità. E anche questo è un mio aspetto che mi porta ad odiarmi.
Spesso faccio cose e ascolto persone ma sono persa. Come una volta. Sono in un mondo parallelo. Non riesco a concentrarmi, non mi interessa.
Quasi sempre non rispondo a messaggi e telefonate e poi invento una scusa. Perché non ho voglia di sentire nessuno.
Fanno tutti parte del brutto mondo, penso.
Come si fa ad apprezzare le persone?
Come si fa ad amarsi?
Come si fa a farsi amare?
Come si fa a farsi ricordare?
Cara Arianna,
le domande che tu poni sono davvero importanti.
Come si fa a farsi amare? E soprattutto, come si fa ad amare se stessi?
Racconti diversi episodi della tua vita più o meno recente e mi colpisce come dichiari un immenso fallimento nel chiedere aiuto, proprio all’inizio della tua richiesta.
Se ti avessi di fronte a me vorrei chiederti cosa ti fa percepire questo senso di disfatta così grande se chiedi qualcosa per te? Quando nella tua storia hai chiesto aiuto ed hai dovuto vergognarti o sentirti in colpa per questo? Quanto il chiedere aiuto ha per te a che fare con il volersi bene e con il farsi volere bene?
Come vedi rispondo alle tue domande con altre domande, perché le risposte non sono semplici e soprattutto non sono universali. La buona notizia è che tu le possiedi già tutte, bisogna solo probabilmente che trovi la chiave giusta per accedervi.
In bocca al lupo!