Mio fratello più grande è sempre stato geloso di me
Salve, vorrei brevemente riassumere la mia storia per avere il vostro parere. Purtroppo attualmente non ho i soldi per effettuare delle sedute di psicoterapia, altrimenti sarei già corsa a farle perché ne sento un gran bisogno, quindi almeno volevo conoscere il vostro parere. Da quando sono nata, mio fratello, più grande di me di 4 anni è sempre stato geloso di me. Mi hanno raccontato che quando ero ancora in culla tentò persino di uccidermi soffocandomi con una busta. Cmq questo odio suo nei miei confronti (non reciproco) è durato da sempre (dura ancora oggi che sono passati 30 anni). Lui mi ha sempre fatto del male psicologicamente, da che ho memoria ricordo la sua cattiveria e il suo ferirmi quotidianamente, mi diceva che ero grassa, che facevo schifo, che ero una balena, e ogni volta che poteva fare qualcosa per farmi soffrire lo faceva, qualunque cosa in qualunque contesto. Per anni da mia madre mi sono sentita ripetere “lo devi ignorare, sii superiore, lascialo perdere, quello è stupido“ ... Questo era tutto quello che mi diceva, senza muovere un dito in mia difesa, inutile dire che lui continuava! Ovvio, nessuno gli diceva nulla, nessuno lo fermava. Questa cosa è durata fino a quando lui ha compiuto 25 anni, si è sposato e si è trasferito in Germania. Adesso che comunque ho quasi 30 anni, quando ci ripenso al mio passato riesco a vedere tutto in modo più chiaro. Io mi sono per anni sentita completamente abbandonata da mia madre (e anche da mio padre) che non hanno mai mosso un dito per difendermi dall'incessante bullismo di mio fratello. Mi sono sempre sentita dire “lascialo perdere, fai la superiore“ ... ma si può dire questo ad un bambino e lasciargli subire tutte quegli abusi (COSTANTI E QUOTIDIANI) per 20 anni? RIcordo che pensavo “ma mamma perché non mi protegge“? l'ho pensato per anni... Penso e ripenso a quei giorni, e ricordo che verso i 5-6 anni iniziai a mangiarmi le unghie fino a farmele sanguinare, ancora oggi non riesco a smettere di mangiarle.... ricordo che ogni volta che ero sul divano o seduta (in qualunque contesto) mi veniva da dondolarmi, come se volessi scaricare una qualche ansia.... dondolavo sempre, (e mio fratello naturalmente mi prendeva in giro e mi feriva anche su questa cosa! Altrettanto naturalmente nessuno lo fermava. Va beh...) e poi iniziai a mangiare cibo a dismisura, cosa che mi ha portato a soffrire di fortissima obesità e disturbi dell'alimentazione che in questo periodo hanno raggiunto un picco, che automaticamente come un cane che si morde la coda mi hanno portato a soffrire di carenza di autostima, poca voglia di studiare, attacchi di panico, problemi di relazione con gli altri, attacchi di ansia, pianti improvvisi apparentemente senza motivo ecc...ecc... tutto questo mi ha portato ad essere una persona che a 30 anni quasi non ha realizzato nulla di buono nella vita. E questo come conseguenza di ciò ha portato i miei genitori ulterioremnte a darmi addosso dicendo che sono uno schifo di figlia, che maledetto il giorno che nacqui, che sono stati sfortunati, che sperano di morire così non devono perdere tempo appresso a me ecc...ecc....il loro sguardo è di totale disprezzo, mia madre è aggressiva con me, sembra odiarmi, mi parla e si rivolge a me solo per darmi contro, dicendo che faccio schifo e non combino nulla tutto il giorno, che la mia vita farà sempre piu schifo, che ormai ho rovinato la mia vita perché non sono buona a nulla e che farò una brutta fine ecc... insomma le cose piu brutte io me le sento dire sempre, passano settimane che non ci parliamo, ma anche lì bastano i suoi sguardi di disprezzo per farmi sentire un peso e una cosa sgradita...una specie di rifiuto. A volte ho cercato di aprirmi con lei (cosa difficilissima per me perché purtroppo sono una persona chiusissima) e lei anche lì non ha saputo apprezzare e mi ha dato contro anziché darmi aiuto, dicendo che faccio schifo, che sono una persona inutile e sono anormale... Non mi reputo sinceramente una persona anormale, anche se a volte sentendomelo ripetere spesso (così come il fatto che non valgo nulla e sono una frana e una fallita) ho finito quasi per convincermi di tutte queste cose. Sono fortemente obesa e mangio in continuazione, temo che questa cosa sia strettamente legata a queste vicende che vi ho spiegato. Secondo voi è possibile che sia così? Vi chiedo solo un parere e null'altro, e se poteste dirmi da dove cominciare per cercare di reagire perché veramente sono profondamente infelice e triste, demotivata totalmente, senza la minima fiducia... vedo il mio futuro nero, anche perché nessuno mi dice una parola di conforto, nessuno, mi dicono solo che non troverò mai un lavoro che sarò disperata perché non so fare nulla ecc... e questo mi porta a soffrire di ansia costante e risvegli notturni, batticuori ecc... ho pensato spesso al suicidio ma non ho coraggio neanche di fare quello. Io da voi vorrei solamente un consiglio... lo so che mi ci vorrebbe una psicoterapia, ma non ho i soldi purtroppo. Vi chiedo solo un consiglio dunque. P.S. naturalmente io ho le mie colpe e ci mancherebbe, non ho saputo reagire e sono stata debole e svogliata ecc ecc... però sentirsi disprezzati dalla propria madre e dal proprio padre fino a questo punto da non ricordare neanche piu quanti anni fa ti hanno dato un bacio, fa molto male. Guardo con profonda invidia tutti quei genitori che abbracciano i figli e hanno gli occhi pieni di orgoglio e parole sempre belle nei loro confronti. Io lo so che questo cose non le avrò mai, alla fine neanche me le merito perché non c'è nulla da essere orgogliosi di me, ma almeno non sentirmi dire certe cose e non sentirmi una disgrazia capitata per fatalità sarebbe già tanto. grazie infinitamente.
Gentile Loredana, è evidente che sussiste un disturbo relazionale (del quale la bulimia è un ‘precipitato’ ed un sintomo piuttosto che la psicopatologia primaria), che però, per un’analisi diagnostica fondata, avrebbe bisogno di più articolate e approfondite informazioni.
Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarla su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. E questo sarebbe ben fattibile, visto che, data l’età, è on the road nella strutturazione della Sua personalità – e tutto, ma davvero tutto, è ancora possibile. Codesto approccio sarebbe valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.