Da quando sono piccola che ho problemi nel fidarmi delle persone
Salve..è da quando sono piccola che ho problemi nel fidarmi delle persone. Premetto che ho avuto una piastronopenia a un mese dalla nascita e che tutt oggi soffro di glaucoma secondario (occhio sx). Mi sono sempre sentita “troppo considerata“ dai miei genitori per il mio problema, ovvero, mi hanno sempre trattata come una persona che ha bisogno di continua assistenza e che non può vivere la vitua da persona libera e indipendente. Col passare del tempo questo disagio è andato sempre di più a crescere fino alla mia prima storia d'amore, alla seconda è alla terza. In tutte e tre mi sono resa conto di soffrire di dipendenza affettiva. La mia ultima storia ancora in corso, credo, (perché abbiamo avuto una lite molto furiosa ) è stata molto complicata. È iniziata senza volerlo da parte di entrambi, lui mi dava continue sicurezze ed era il ragazza che avevo sempre desiderato. Abbiamo deciso (in modo molto immaturo) di voler un bambino ma a causa di una mia malattia (artrite reumatoide) e dei farmaci inerenti a questa, l ho perso. Da quel momento in poi il mio dolore esistenziale è andato sempre più ad ingrandisci, i litigi con il mio ragazzo sono diventati sempre più frequenti, lui è cambiato e sembra non dimostrarmi più come prima. Premetto però che lui soffre di ansia e credo anche di depressione. Io ho cercato di aiutarlo pur sapendo che anche iostavo male. Ma mettevo sempre prima i suoi bisogni ai miei. Fino a ritrovarmi sola, frustata e con un gran vuoto dentro. Ho bisogno di aiuto, non riesco più a sopportare nessuno della mia famiglia. Mi sento oppressa e vorrei scappare. Ho bisogno di lui ma so di dovermi rispettare e non cercarlo. Cosa devo fare?
Gentile Maria, dal quadro che, con un racconto vivo e partecipe emotivamente, sottopone, appare evidente una visione di sé e della propria identità psichica non ancora definita, bloccata forse da errori ed insufficienze psicoeducative della Sua famiglia. Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarla su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. E questo sarebbe ben fattibile, visto che, data l’età, è on the road nella strutturazione della Sua personalità – e tutto, ma davvero tutto, è ancora possibile. Questo approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza personale e antica disistima. Cordiali saluti.