Non so più come andare avanti
Salve a tutti, sono una ragazza di venti anni ma sento che la mia vita sia già conclusa. Sembra che, ormai, non c'è nient'altro da fare. Mi sento sempre imprigionata in una specie di vortice che mi fa cadere continuamente, ad ogni passo che faccio. Ho provato in tanti modi di scappare da questa realtà che mi pesa come un macigno ma sento che tutto questo dolore mi sta appesantendo ogni giorno un pò di più. Non mi piace parlarne con le persone che conosco, ho sempre quella sensazione che non capirebbero perchè a parole non riesco ad esprime tutto ciò che provo. Molte volte ho pensato addirittura di star sognando, che da un momento all'altro tutto sarebbe finito. cercavo di dare un altro senso a tutto quanto vissuto. cercavo di andare oltre agli anni di depressione di mia madre che mi hanno portata ad avere sfiducia verso tutti. Anche se provo con tutta me stessa a non cedere a quel dolore che ti fa perdere la fiducia nell'umanità. Ho provato a dare un senso al male che mi ha fatto mio padre, a lui e alla sua vita che sono diventati per me come un buco nero nel quale ricado frequentemente. Ho provato a dare un senso ai mille perchè, ai mille interrogativi e ai mille sensi di colpa che da sempre mi hanno impedito di andare avanti. e mi chiedo spesso se il mio senso è quello di dedicarmi completamente agli altri dimenticando me stessa. MI chiedo se mia madre è mai guarita dalla depressione oppure si comporta così perchè sa che non ho il coraggio di lasciarla andare. Ha sempre avuto una forte influenza su di me, ma non in senso di autorità, ma dal fatto che anche quando non è presente sento costantemente addosso il senso di colpa di non aver fatto niente quando a sei anni mio padre è diventato il mio peggior incubo. Forse, avrei dovuto non dire niente... sarei rimasta comunque inascoltata nei miei silenzi e nelle mie sofferenze. Comunque, oggi a vent'anni mi sembra di aver vissuto già abbastanza e sono veramente molto stanca. Sto provando a progettare il mio futuro, studiando e cercando una strada per la mia indipendenza ma sono attimi, momenti in cui tutto torna a farsi sentire. Come quando, iniziata questa pandemia, sono stata costretta a telefonare a mio padre dopo anni di silenzio e di distanza. Ho vissuto questi due mesi di chiusura con il suo pensiero costante in mente, con mia madre nella stanza accanto che soffriva che si lamentava su ogni cosa e mi sembrava di esser tornata ai tempi dei miei sei anni, quando mettevo da parte il mio dolore per allontanare la depressione di mia madre. quando le lacrime dovevano essere invisibili perchè c'era qualcun'altro che stava, forse, peggio di me. e oggi, veramente, mi rendo conto che non riesco più a camminare su nessuna strada, non riesco a ricorrere i miei sogni perchè mi sento bloccata a metà strada tra un passato che ritorna continuamente e più prepotentemente di prima e tra un futuro che ho progettato ma che vedo troppo lontano e non alla portata del mio cuore e della mia mente. Sono proprio sul punto di gettare la spugna, di arrendermi a tutto. Sono stanca, davvero tanto.
Gentile Signorina,
le complesse, intricate e negative vicende della Sua 'storia personale' sono divenute inevitabilmente la base di un Disturbo della personalità, che ha esitato in una Depressione classica.
La soluzione è – su tempi medi e lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.
Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.
Cordiali saluti.
prof. Roberto Pasanisi
psicologo cinico - psicoterapeuta; professore universitario
Direttore, CISAT