Come supero il disturbo alimentare da senso di abbandono?
Salve, mi sono resa conto di avere un disturbo dell'alimentazione dovuto a un senso di abbandono.
Mi spiego meglio, sono stata adottata e prima di questo evento ho subito violenze fisiche, psicologiche e ho patito molto la fame.
Di quel periodo ricordo praticamente tutto e dai 6 anni in poi vivo con i miei attuali genitori che mi hanno sempre trattata bene e non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Mi sono resa conto che praticamente da sempre ogni volta che rimango da sola a casa sento il bisogno di mangiare qualcosa.
Qualche giorno fa ne ho avuto la conferma, avevo fatto una bella colazione e mi stavo tranquillamente mettendo a studiare quando mia madre decide di uscire.
Una volta rimasta da sola il mio primo pensiero è stato che volevo mangiare qualcosa, nonostante fossi piena il mio cervello continuava a chiedermi di mangiare qualcosa.
Alla fine non ho mangiato nulla perché ero veramente piena però questo episodio mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire in realtà non mangio perché sono una ghiottona, ma perché ho un qualche problema legato alla mia infanzia.
Vorrei tanto sapere come superare questo problema anche perché quando sono arrabbiata, triste o nervosa non mi viene da mangiare, anzi in quei momenti mi passa proprio la fame.
Questi voglia di mangiare mi viene solo quando rimango sola soprattutto se non c'è mia madre.
Vi ringrazio in anticipo delle risposte e spero di aver scelto la categoria giusta
Buongiorno Carolina,
La sua storia di abbandono e violenza mi fa ipotizzare un conflitto di protezione.
Lei, molto piccola, non ha ricevuto quel contatto che serve per sentirsi protetti quando si dipende ancora dagli altri. Non ha potuto sentirsi al sicuro nelle braccia di un genitore.
Ogni volta che si sente sola e non protetta (perché l'altro se ne va) ricade nel conflitto, è di nuovo quella bambina in pericolo.
In questi casi ha creato una compensazione col cibo, probabilmente perché il suo cervello ha creato delle associazioni per cui identifica l'ingerimento di cibo col contatto (e quindi protezione).
Con un percorso mirato di psicoterapia può affrontare questo vissuto
Le auguro buona fortuna
Psicologa - Oristano