Dott.ssa Sabrina Cassottana

Dott.ssa Sabrina Cassottana

Psicologa

Mi sento una nullità

Buongiorno a tutti! Sono una ragazza di 29 anni ed è la prima volta che mi confronto con qualcuno. Ho finalmente deciso di aprirmi dato che da mesi vivo una situazione sofferente e che ultimamente diventa sempre più ingestibile. Premetto che ho una bella famiglia: i miei genitori mi stimano moltissimo e fin da piccola hanno preteso molto da me. Essendo bilingue hanno sempre sperato, e lo sperano tutt'ora, che io mi realizzi all'estero. Da cinque mesi mi sono laureata in tossicologia ambientale e da allora mi sento una nullità. se prima mi vergognavo come una ladra di dire che ero studente, adesso inizio a fare pensieri strani. Se penso al mio futuro incerto mi agito, a volte ho qualche attacco di tachicardia. Vivo giornate “buone“, quando riesco a trattenere i miei pensieri, e giornate “cattive“ in cui posso piangere tutto il giorno. Ormai vivo in uno stato di apatia quasi totale. Mi sento una totale falliata. Ho un fidanzato perfetto, ma mi domando che futuro possa dargli io? Ho provato ad accennargli il mio problema ma poi mi sento peggio, mi vergogno di me stessa. I miei genitori poi sono anziani e il fatto di non renderli fieri di me mi distrugge. Ho deciso di scrivere perchè sempre più spesso penso a come sarebbe se io non ci fossi più. Non starei più a carico di nessuno. Un anno fa un mio amico e coetaneo si è suicidato e spesso penso a come sarebbe stato meglio forse invertire i ruoli.

Cara Ester, le tue parole trasmettono un grande sconforto.. sembra quasi che il ragionamento alla base del tuo stato d'animo sia "ho una famiglia perfetta, un fidanzato perfetto, quindi se sono infelice c'è qualcosa di sbagliato in me". Quello che mi colpisce è che il senso di nullità che descrivi risale alla tua laurea, quindi al riconoscimento formale di un tuo successo personale, al raggiungimento di un obiettivo. Mi domando se possa essere in qualche modo collegato alle aspettative dei tuoi genitori che vorrebbero vederti realizzata all'estero, perchè se così fosse la laurea potrebbe assumere un doppio significato: da una parte il traguardo raggiunto, dall'altra il sopraggiungere del momento di affrontare il mondo da sola (non solo in senso emotivo, ma anche in senso letterale!). In quest'ottica potrebbe essere comprensibile anche l'agitazione dovuta alla sensazione di non riuscire a reggere la situazione che il tuo corpo traduce con la tachicardia. Essere "in lotta" con i tuoi pensieri per determinare le giornate buone e quelle cattive di certo non ti aiuta, ma si connota come un peso ulteriore da portare. Ciò che scrivo è soltanto un'ipotesi basata su una briciola della tua personalità, ma penso che sarebbe importante per la tua vita provare a fare pace con quei pensieri e con tutte le emozioni che tanto ti fanno soffrire.. Credo che facendo luce in te potrai anche fare chiarezza sul tuo futuro che ora appare tanto incerto.

Un caro saluto

domande e risposte

Dott.ssaSabrina Cassottana

Psicologa - Genova

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