Buon giorno Paolo, la sua domanda è interessante, ma anche contraddittoria. Ci chiede cosa ne pensiamo e poi dà già per scontato che non saremmo d'accordo. Suona un pò come una provocazione. Credo che tutto è degno di essere preso in considerazione, vagliato ed eventualmente scelto. Certamente uno psicoterapeuta che scelga di adottare la pratica clinica, compie questa scelta perchè crede in questo strumento o lo preferisce ad altri. Questo non toglie che ve ne possano essere di diversi, in alternativa o aggiunta. Non a caso in alcune situazioni cliniche la psicoterapia è abbinata alla farmacoterapia. Se la psilocybina possa o meno essere impiegata in modo fruttuoso dipende dai risultati della ricerca, che è più lunga di quanto si pensa. Nel senso che alcuni risultati positivi sono già stati ottenuti, ma quello che ancora non sappiamo sono gli effetti collaterali a lungo termine, sulla salute e sulla psiche. Ricordo che nei malati terminali viene usata la cannabis, per cui, mi pare che le frontiere sono sempre più aperte e oltre i pregiudizi, ritengo però che l'impiego di sostanze così potenti debba essere valutato bene. Si deve fare un bilancio costi/benefici. Rifletto anche il rischio che certe sostanze con effetti miracolosi, possano avere sulla visione di sè, sulla stima e sull'impegno personale. Ma questa è solo una piccola parte della questione, che ha molte sfaccettature. Non credo che lei come singolo professionista possa usarla in questo momento, visto che è una droga illegale, probabilmente nel momento in cui passerà come farmaco per determinate patologie potrà avvenire. Però, per ricevere maggiori informazioni penso debba rivolgersi al ministero della salute. Buon lavoro!