psicologo, psicoterapeuta, consulente tecnico di parte, consulente stalking, mediatore
Nostra figlia è diventata a mano a mano sempre più irrispettosa
Io e mia moglie abbiamo una sola figlia, ora venticinquenne, da sempre al centro di tutte le nostre attenzioni. A partire dai 18 anni il suo carattere, in precedenza gioviale ed affettuoso, si è modificato in peggio. E diventata a mano a mano sempre più irrispettosa, sempre pronta a puntare il dito e maleducata con noi, e forse anche con gli altri, perchè spesso ci sentiamo dire che è una bella ed intelligente ragazza ma con modi alquanto ruvidi. Sono subentrati problemi di emicranie, finalmente speriamo risolti per sempre da un buon odontoiatra (si trattava di bruxismo), poi di esofagite... insomma un po di tutto..., ciclo doloroso, etc.etc. e ogni volta una tragedia da mobilitarci tutti. E' chiaramente ipocondriaca, negli ultimi due/tre anni ci ha fatto fare il giro di tanti di quei mediciche ho perso il conto, per disturbi che in fondo in fondo possono gestirsi con un po' di buon senso...(parole dei medici, spesso da me anticipate all'interessata), che poi puntualmente rifiuta eventuali presidi farmacologici (ha paura delle controindicazioni). Ha voluto frequentare fuori casa la laurea magistrale (da questo punto di vista non c'e' niente da dire, è molto brava e riesce bene, anche se con una latente svogliatezza che le impedisce non dico di dare una mano alla mamma in cas, ma persino di badare al suo ordine personale)... ed è allora che le cose sono peggiorate se possibile ancora di più.... attendevamo con terrore che il telefono squillasse due o tre volte al giorno per l'elencazione dei suoi fastidi e della sua insoddisfazione, gettando sia me che mia moglie (che peraltro è reduce da una malattia oncologica per fortuna risoltasi bene) nello sconforto più totale, il tutto accompagnato sempre da una buona dose di acidità nei ns. confronti...Non nascondo che negli ultimi tempi ho volutamente cercato di evitare di parlare a lungo con lei e che dopo le telefonate spesso ho dovuto ricorrere ad un ansiolitico per dominare l'agitazione in cui mi gettava. Ora è a casa, molto deperita perchè già di suo mangia poco e tende spesso ad eliminare questa o quella pietanza perchè o le da fastidio allo stomaco o per altre ragioni spesso fuori luogo.Dopo numerosi nostri inviti ha accettato già da oltre un anno di recarsi con regolarità da una psicologa. Il comportamento di nostra figlia però a distanza ormai di mesi non ci sembra migliorato, almeno nei nostri riguardi; continua a trattarci con poca o nessuna gentilezza, e non serve farle notare che ormai anche lei è un'adulta che vive con altri due adulti con tutto ciò che consegue in termini di rispetto e reciproca autonomia comportamentale. Ora chiedo: spesso con mia moglie ci siamo posti la terribile domanda se al di la' di quello che può considerarsi un semplice carattere di merda non si celi magari una patologia psichitrica.. ma chi ce lo potrebbe escludere? Non ci dice granchè delle sedute con la psicologa, ed io non so se sia deontologicamente corretto chiedere alla professionista, di cui pure ho il recapito ,che idea si è fatto dei problemi di mia figlia... e allora??? Secondo voi posso contattarla per esplicitarle le mie preoccupazioni? Nel caso avesse notato qualcosa che richiedesse un diverso approccio terapeutico dovrebbe informarci o dobbiamo solo subire questa triste situazione che ci sta avvelenando quella che una volta era una tranquilla vita familiare?
Salve Alfredo,
nella sua lettera ci sono tante richieste celate oltre quella di porsi la domanda, se come genitori bisogna attendere il cambiamento barcamenandosi nel silenzio e nel rispetto della privacy terapeutica di sua figlia. Mi permetto di chiarire intanto l'aspetto deontologico di un percorso di psicoterapia intrapreso da un adulto maggiorenne: quando si raggiunge la maggiore età il contratto terapeutico avviene tra lo psicoterapeuta (psicologo o medico specializzato in psicoterapia e iscritto all'albo) e il richiedente di cura, avvalendosi del segreto professionale . Ciò significa che sua figlia non sente di condividere con voi ciò che succede nel suo percorso. La psicologa /psicoterapeuta , anche se chiamata da qualcuno di voi, non può senza il consenso di sua figlia dirvi granchè sugli obiettivi del progetto terapeutico.Quello che potete fare come genitori, è chiedere un appuntamento per voi,per avere almeno delle indicazioni o per poter spiegare il vostro malessere considerando che condividete spazi familiari. A mio parere, non solo necessita un percorso di psicoterapia individuale per vostra figlia, ma anche un percorso famigliare. Quando un elemento familiare arriva a stare cosi male e a "farla pagare" agli altri componenti familiari, è necessario fermarsi e mettersi un pò tutti in discussione.Un ultimo chiarimento, scegliete sempre professionisti iscritti all'albo (basta verificare sul sito dell 'ordine degli psicologi della Campania nel vostro caso) autorizzati a esercitare la psicoterapia. Non tutti gli psicologi lo sono, un percorso di psicoterapia profonda atta al cambiamento solo uno psicoterapeuta può farla. Vi auguro un buon percorso, poichè si ha il diritto di stare male e chiedere aiuto ma non si ha il diritto di procurare dolore giustificandosi "malati".
Saluti