Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare
Separazione non accettata
Buongiorno,
sono un uomo di 39 anni, papà di un bambina di 4. La convivenza con la mia compagna che dura da 7 anni è giunta al termine.
Ho preso io questa decisione con tutte le difficoltà ed i sensi di colpa del caso.
All'inizio della nostra convivenza siamo andati a vivere nella mia casa di proprietà. Lo stesso anno ho perso mio padre, un momento doloroso ma lei mi ha supportato molto. E' poi nata la nostra bimba, la situazione ha preso una piega difficile. I rapporti tra la mia compagna e mia mamma rimasta vedova da poco sono diventati sempre più tesi, fino alla non sopportazione. Ho provato a mediare, in maniera sbagliata forse, peggiorando le cose. Nel primo anno di nostro figlia, essendo lei da sola ha voluto il supporto in casa di una sua parente, che ha vissuto con noi. Inevitabilmente ci siamo allontanati. La routine quotidiana è stata sconvolta. Lei ha faticato molto per far andare le cose per il verso giusto ed io anche. L'ho stressata con le mie richieste di ordine e pulizia che hanno ulteriormente teso la corda, creando una reazione opposta su entrambi. Per lei la casa non era più una priorità ed io non sopporto il disordine, risultato mi sono dedicato a quasi tutto.
Una cattiva gestione economica per colpa soprattutto mia, ha aumentato il malessere. Non abbiamo una vita sessuale normale da 4/5 anni e nessun rapporto. Ho provato a gestire il tutto (la mia compagna, mio figlio, mia madre,casa, lavoro) con risultati piuttosto catastrofici sulla mia storia. Il rapporto tra mia mamma e la mia compagna è degenerato totalmente.
In tutto questo ci è stata data la possibilità di trasferirci all'estero per lavoro, sperando di poter dare nuova linfa alla nostra storia abbiamo accettato. Abbiamo iniziato però anche a lavorare insieme e quindi a stare h24 insieme. La situazione non è migliorata anzi. Ho venduto la mia casa dove avevamo vissuto e le sto restituendo tutti i soldi che lei aveva investito in questo immobile.
Dividiamo le spese della bimba e stiamo cercando due soluzioni abitative diverse. La mia situazione economica è piuttosto difficoltosa ma in leggero miglioramento. Lei mi ha dovuto sopportare e supportare in più situazioni. Ma sto facendo il possibile per rimettermi in carreggiata almeno su questo aspetto. La bimba è meravigliosa è ha un rapporto stupendo con entrambi, a mio parere morboso con la mamma, con cui dorme da quando è nata. Io dormo solo,quasi dalla sua nascita.
La gestione della vita della bimba (orari, etc...) è sempre stata di suo monopolio, considerando sbagliata quasi qualsiasi mia decisione. Non condivido alcuni dei suoi metodi educativi (continui regali etc ...). Passo in continuazione per l'egoista e il tirchio, avido di turno, mentre sto provando solo a rimettermi in piedi almeno da questo punto di vista. Le divergenze sono ovviamente aumentate su più aspetti e argomenti. Lei non accetta ora questa mia decisione di separarci, accusandomi di distruggere il suo futuro e quello di nostra figlia. Mi accusa di essere troppo legato a mia mamma e alle sue volontà e di essere totalmente irresponsabile per quando riguarda l'aspetto economico/familiare. Nel frattempo viviamo ancora insieme e a breve ci trasferiremo nelle nuove case. Le ho proposto un piano di condivisione della bimba che ovviamente a lei non va bene perchè non accetta di separarsi da nostra figlia, accusandomi del fatto che la mia decisione la costringe a condividerla. Per lei sono io lo sfasciafamiglia. Io sono davvero a pezzi, ovviamente lo so che lo è anche lei. Non sto più bene con questa persona, questo non vuol dire che non le voglia bene. Ho sempre sognato e desiderato una famiglia diversa ed invece...
In questo periodo lei non fa altro che insultarmi. Io vorrei invece per il bene di nostra figlia , arrivare ad avere un rapporto civile. Vorrei riuscire a continuare ad essere presente anche per lei, vorrei che potesse contare su di me. Lei mi odia cosi tanto in questo momento, che continua a dirmi che io l'ho usata, che non conosco l'amore, che voglio solo scappare e che amo solo me stesso. Continua a ripetere che io cerco solo la tristezza e il buio e voglio trascinare anche loro in questo vortice.
Sono caratterialmente una persona malinconica e non sprizzo felicità, ok, ma il quadro che dipinge lei è di una tristezza unica.
Mi considera indifferente, freddo, cattivo e continua ad accusarmi del male che ho fatto a lei e a nostra figlia. Soffro perchè non sto bene, soffro perchè non volevo questo per nostra figlia, soffro perchè le voglio bene ma non la amo più e non riesco a vivere più insieme a lei, soffro perchè sono consapevole che mi ha supportato nei momenti di difficoltà ed ora questa decisione ... è solo mia ... Spero un giorno di poter recuperare la sua fiducia su alcuni aspetti e che si arrivi ad avere un rapporto civile ... Farò di tutto per essere presente/responsabile il più possibile con nostra figlia che è sicuramente l'unico punto fermo della mia vita. Nel frattempo cosa mi consigliate, come posso/possiamo affrontare la situazione? Sto impazzendo, lo sono già o è normale tutto questo?
Separarsi è sempre un'operazione complicata, ma spesso è indispensabile per ritrovare la serenità. La prima cosa da fare è recuperare la fiducia in se stesso facendo un percorso psicoterapeutico individuale. Le proprie decisioni sono ancora troppo condizionate dai sensi di colpa, dal giusto senso di responsabilità verso la bambina, dalla moglie e dalla propria mamma. Troppi "timonieri" che tracciano traiettorie diverse tra loro... e l'iceberg è di fronte!
Deve diventare lei il capitano della propria nave, superando la paura di sbagliare, recuperando il giusto umore e imparando a porsi come leader del "branco" in maniera efficace.
Quando gli altri la vedranno più sicuro di se, reagiranno in maniera più efficace e funzionale.
Si faccia coraggio e intraprenda un percorso psicoterapeutico. Quando noi abbiamo chiaro dove andare, gli altri che ci amano sono sempre pronti a seguirci.
Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Roma