Esiste una maniera di riportarla alla ragione, anche senza la sua volontà
Come si può agire per riportare a casa una ragazza maggiorenne che, non ha accettato la separazione dei genitori? Già più volte rivoltasi ad una consulenza psicologica, rifiuta e vive dove capita essendo preda di qualsiasi pericolo, frequenta persone con problemi di droga ed altro. Situazione molto difficile e conflittuale con la madre che cerca di riportarla a casa. La mia domanda è: esiste una maniera di riportarla alla ragione, anche senza la sua volontà, magari in un centro di rieducazione e recupero pur essendo maggiorenne? Come si può procedere? Grazie, aspetto Vs aiuto.
Gent.le signora Silvana,
la sua richiesta è difficile, dato che sarebbe necessario costringere una persona a fare qualcosa senza che ne sia convinta... dunque non sarebbe un riportarla alla ragione, come lei scrive, ma un forzarla senza ragione a eseguire un comportamento... probabilmente tale metodo comporterebbe ulteriori ribellioni e fughe innescando un escalation di comportamenti provocatori e rabbia... l'unica possibilità in una situazione così complessa, nella quale mi sembra di leggere anche un suo coinvolgimento emotivo forte, caratterizzato da sentimenti di impotenza e preoccupazione, sarebbe ascoltare almeno inizialmente la madre, aiutando lei a comprendere la rabbia della figlia e trovare insieme le strategie più adeguate per aprire almeno uno spiraglio di dialogo o confronto con la figlia... la strada probabilmente è lenta e difficile, ma se non si cerca di conquistare almeno una briciola di fiducia da parte della ragazza , sarà impossibile che lei possa abbassare le difese e aprirsi... se è tanto arrabbiata avrà bisogno di sfogarsi e ed essere aiutata a capire e gettare fuori tutto il suo risentimento, prima che questo imploda portandola ad agire comportamenti autodistruttivi come sta già facendo ora. proporle uno spazio tutto suo in cui possa sfogarsi, dire tutto ciò che non ha accettato dei suoi genitori e tutto ci che vorrebbe, senza forzarla subito a tornare a casa o prendere decisioni definitive potrebbe essere una strategia vincente, che la faccia sentire protagonista della sua vita e delle sue scelte. altrimenti rischierebbe di sentirsi trascinata in qualcosa che non vuole, proprio come la separazone, subita e non accettata. accogliere i suoi sentimenti negativi e riconoscere il suo diritto ad essere arrabbiata, accettare almeno all'inizio il suo dolore è l'unico modo per conquistare la sua fiducia e aiutarla a intraprendere in un secondo momento un percorso che la porti a comprendere anche le ragioni dei suoi genitori e perdonare ciò che ora le sembra inaccettabile. finchè lei non si sente capita, non riesce a mettersi nei panni degli altri e capirne le ragioni, i suoi comportamenti ribelli sono una protesta, che finisce con il distruggere se stessa per punre i suoi... ovviamente tutto questo va fatto in un ambiente protetto, con un esperto che parli separatamente con la madre e con la ragazza e riesca ad avviare una relazione terapeutica con lei...coraggio, la strada è difficile, ma non impossibile...arrendersi o usare metodi coercitivi significa solo farsi del male..