In che modo può intervenire una madre nel rapporto padre-figlio?

Buongiorno, ho un bambino di 5 anni. Io e il padre non abbiamo mai vissuto insieme e il bambino ha vissuto sempre con me. Il padre vive in altra regione. Fino ai 3 anni del bambino lo avrà visto 2 - 3 volte poi mi sono rivolta ad giudice che mi ha concesso l'affidamento esclusivo ma anche un regime di visita per il padre. Il punto è che il padre lo chiama una volta alla settimana, non sappiamo mai quando viene e cmq 1 volta ogni 2 mesi. Il padre dice che vuole fare tutto il possibile ma di fatto non fa niente. Io ho paura che mio figlio di senta confuso, è un bambino che parla poco e non mi chiede molto. Il giudice ha previsto che andiamo noi una settimana al paese del padre l'estate e il bambino è felice di vederlo però poi magari non lo vediamo e sentiamo per un po di tempo. Onestamente sono confusa anch'io perchè penso che il rapporto con papà sia un rapporto unico e non so come è meglio agire, come aiutare mio figlio ad non avere traumi. Mi sento impotente e spettatrice di questa situazione. Cosa posso fare io? grazie mille

Gentile signora, in merito al suo bisogno di sentirsi adeguata, nella gestione di questa particolare situazione, posso risponderle che è molto importante la relazione che lei riesce ad intessere con suo figlio. Il dubbio che lei pone , dimostra che il suo rapporto è profondo, curato, amorevole.  Il modo in cui  farà sentire il bambino accolto e compreso, gli permetterà  di esprimere anche in modo non verbale uno stato d’animo, in un particolare momento e magari avere la capacità di captarlo.  Di certo ci sono delle situazioni specifiche, in cui l’assenza di un genitore viene percepita in modo più diretto e concreto. In questi frangenti sarebbe utile presentare la figura paterna come una presenza, che seppur lontana, esiste e rimandare alle esperienze positive che il bambino ha vissuto con il papà. Il modo in cui suo figlio interiorizzerá la figura paterna, in questo caso, dipenderà dalla sua capacità di raccontare un modello positivo, far leva su quelli che sono stati gli aspetti piacevoli affettivi, senza scendere in giudizi o rivendicazioni personali. Questo modello genitoriale è molto complesso da sostenere, ma le dà la possibilità di far vivere a suo figlio una versione della figura paterna maggiormente positiva di ciò che un conflitto potrebbe far scaturire. Per quanto riguarda il modello maschile a cui il bambino possa far riferimento, sarebbe utile capire se ci sono figure maschili accudenti, come i nonni, gli zii o comunque persone che possano aiutarla in questo percorso, interagendo all’occorrenza nelle esperienze del bambino. Rimane la possibilità di poter avvalersi di  un sostegno alla genitorialità, ricavando uno spazio per sè, in cui  poter scaricare 

il peso del suo vissuto, come genitore quasi unico. Rimango disponibile per ogni chiarimento al riguardo. un caloroso saluto.

Dott.ssa Sara Sciabordi