Cara Barbara, purtroppo lei sta attraversando quel momento in cui, "terminata l'emergenza" delle tante cose da gestire e risolvere, si ritrova a fare i conti col ritorno alla vita di tutti i giorni. Ed è proprio nel ritorno alla routine che realizziamo fino in fondo che la nostra vita non sarà più la stessa. Mi sembra di capire che la sua preoccupazione per il fatto di dover "trasmettere sicurezza" ai suoi figli le crei però qualche problema. Non conosco l'età dei suoi ragazzi, ma se sono fuori per studio, immagino siano intorno ai vent'anni circa. Mi permetto di dirle che credo sia arrivato il momento in cui lei può finalmente concentrarsi sul SUO dolore e sulle SUE reazioni, dopo aver gestito con tanto coraggio il dolore e le reazioni dei suoi figli. Credo che i suoi figli abbiano un'età tale da poter capire che loro hanno, sì, perso il padre, ma lei ha perso il compagno della sua vita, il migliore amico, il complice, la persona che amava al punto di aver scelto di invecchiarci insieme... "A detta di tutti ho avuto una forza notevole", scrive lei. Ecco, adesso invece ha tutto il diritto di mostrarsi fragile e di non vergognarsene, né di sentirsi in colpa perché qualcuno potrebbe vederla meno forte. Non viva con angoscia il riaffiorare della sua fragilità: non c'è niente di sbagliato o di deludente nell'esprimere il proprio dolore. Che decida o meno di condividere questi sentimenti coi suoi cari, almeno con se stessa si senta libera di viverli e di lasciarli andare. Ami se stessa, si consoli come può, si coccoli come meglio crede, perché questo è il momento in cui LEI ha bisogno di di vicinanza e consolazione.