Dott.ssa Silvana Simoncini

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Dott.ssa Silvana Simoncini

psicoterapeuta

Un caso disperato

Buonasera a tutti, sono una donna di 28 anni e recentemente ho trovato lavoro in una nota azienda. Premetto che la mia esperienza lavorativa sia davvero molto scarsa. Fino ai 24 anni ho fatto la studentessa poiché i miei genitori volevano che mi concetrassi solo su quello e ho paura che questo loro modo di crescermi e coccolarmi mi abbia portata ad essere così. Sono figlia unica e fino a quando stavo in casa con i miei ero coccolata e viziata (cosa importante: non lho mai dato per scontato e non me ne sono mai approfittata). Mi hanno dato tanto amore e per questo sono grata. A 28 anni però mi ritrovo a non saper gestire le difficoltà, a non voler prendere delle decisioni e a voler sempre scappare quando mi si presentano delle difficoltà. Ho cambiato 4 lavori in poco tempo (receptionist, addetta alla biglietteria, customer service e backoffice amministrativo ora). Piangevo tutte le sere perché non ero soddisfatta di quello che facevo, perché venivo brontolata, perché mi sentivo stupida e perché non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che il giorno dopo dovessi tornare al lavoro. Quando ero in casa con i miei era diverso perché ad ogni mia lamentela, loro erano li e mi aiutavano a risolvere i problemi ma adesso che convivo, il mio ragazzo non fa altro che guardarmi allibito e ripetermi "hai 28 anni e a nessuno piace andare al lavoro. Fai la persona adulta e affronta le difficoltà". Mi sento in colpa per questo perché penso "come mai non sono come gli altri? Perché il mio ragazzo non può avere una fidanzata normale che va al lavoro e torna a casa tranquilla? Perché devo essere un così grande dispiacere per i miei? Perché hanno una sola figlia e questa è un disastro?" Io non ci riesco, ho perennemente l'ansia e ultimamente ho dei pensieri strani che mi spaventano.. non so come fare e come sempre desidero che qualcuno mi risolva i problemi.. E adesso che sto scrivendo questo messaggio, ho una paura matta che qualcuno possa pensare "ma questa sta male, a 28 anni fa i capricci". È da quando mi ritrovo nel "mondo degli adulti" che sono triste e ansiosa.. non so come si sta al mondo.. non so vivere.

Buonasera Gemma, mi spiace si definisca disperata, ciò significa senza speranza e..la speranza è l ultima a morire..Perdoni la facile battuta, ma forse serve a smorzare un po'..Lei ha colpa per metà del suo disagio esistenziale, l altra è responsabilità dei suoi genitori che non l hanno "equipaggiata"per parare i colpi della vita..Colpi che possono essere le brontolate del capoufficio, ma anche il fronteggiare un lutto, una difficoltà economica, la perdita del lavoro...I suoi genitori cioè non le hanno dato ciò che in..psicologhese, viene definito come Difese...l hanno fatto con le migliori intenzioni, ma certo le hanno reso la vita più difficile, proprio ciò che volevano evitare...lei non mi sembra abbia  gravi disturbi, è solo una persona che si trova ad affrontare un disagio esistenziale senza gli strumenti idonei per fronteggiarelo. Le  consiglio un percorso psicologico che la porti a riflettere e a ridimensionare ciò che tutti nella vita ci troviamo ad affrontare, cordialmente

Dott.ssa Simoncini Silvana