Dott.ssa Simona Adelaide Martini

Dott.ssa Simona Adelaide Martini

Psicologo, Psicoterapeuta

Temo che mio figlio di 5 anni soffra di un disturbo comportamentale

Salve, temo che mio figlio di 5 anni soffra di un disturbo comportamentale. Dalla nascita del suo fratellino (2 anni fa) è diventato molto geloso, irascibile, ossessivo. A volte mi guarda di traverso e, se gli sorrido, mi urla che non devo ridere (come se lo stessi prendendo in giro). I suoi amichetti gli si avvicinano e lui sembra non voler/poter ricambiare l'affetto... Soprattutto è molto irascibile, fa capricci per niente (vere crisi isteriche), non credo sia tutto imputabile alla gelosia nei confronti del fratello, verso il quale mostra pertanto affetto (si preoccupa per lui se piange). Le maestre mi hanno solo parlato di "capricci e litigiosità" e nient'altro. A livello linguistico non ci sono grossi problemi, a volte balbetta un pò, e si infuria quando non riesce a esprimersi o ha l'impressione che non lo capiamo. Inoltre provoca continuamente, come se cercasse continue occasioni di scontro, specie con me. Il mio istinto di madre mi consiglia di approfondire, mi appello prima a Voi psicologi per avere suggerimenti ulteriori. Grazie

Gentile S.ra Valeria credo sia già un primo passo, importante e di valore, aver colto l'esistenza di un disagio e l'essersi preoccupata di iniziare a parlarne con qualcuno. E' sempre difficile, anche per noi psicologi, avere una visione chiara ed esauriente delle situazioni quando siamo in possesso di pochi elementi. Le consiglierei di richiedere un colloquio con uno specialista in modo da prendersi uno spazio adeguato e di relazione in cui potersi aprire. Nel frattempo posso rassicurarla sul fatto che l'espressione dell'aggressività non è necessariamente un fatto negativo. Fa parte di tutti noi e sono guai quando rimane repressa e si esprime in modi più subdoli e patologici. Ciononostante è giusto accogliere la sua preoccupazione e il suo stato d'ansia per una situazione che fa fatica a comprendere, che la coinvolge emotivamente e che ha paura possa degenerare. L'ascolto dei figli è sempre il primo passo. Questo non significa fare interrogatori, pretendere di ricevere e di dare risposte. Significa esserci, far sentire che si è disponibili anche ad accogliere una forma di comunicazione esasperata, forte, violenta. Suo figlio ha 5 anni, il linguaggio verbale non gli può venire in soccorso perchè ancora non sufficientemente evoluto, e quindi esprime la sua rabbia e la sua confusione, come diciamo noi psicologi, in modo primario. Le emozioni e le sofferenze dei bambini (e anche degli adulti spesso), possono essere incanalate nel disegno, nel gioco, nella fiaba. A questo proposito le consiglio un libro:"Guarire con una fiaba" di Paola Santagostino. E' un semplice "manuale" su come leggere le fantasie dei bambini e su come utilizzare alcuni elementi o personaggi o situazioni simboliche per comunicare "altro". Scelga una fiaba, di quelle che ama e conosce, o di quelle preferite da suo figlio e le sfrutti come strumento di comunicazione, accolga le domande, le perplessità, i dubbi e risponda col cuore. Non perda mai, inoltre, questa consapevolezza di stare attenta ai segnali, che non significa necessariamente rivolgersi a uno specialista, ma comunque rimanere attenta e in ascolto e, di volta in volta, prendere delle decisioni sufficientemente rapide e corrette per il bene dei propri figli.
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