Dott.ssa Simona Coscarella

Dott.ssa Simona Coscarella

Psicologa, Psicoterapeuta

Sono in terapia per attacchi di panico

Gentili dottori, scrivo perché vorrei capire se quello che sto vivendo sia “normale“ o sintomo di qualcosa che non va. Sono in terapia da praticamente un anno per attacchi di panico (anche se sporadici),ansia generalizzata e ipocondria. In realtà non mi è stata data una “diagnosi precisa“ dal terapeuta però da quel che ho capito è la mia attenzione ai segnali del corpo a farmi scaturire l'ansia. Detto questo, dopo i primi mesi Neri perché non riuscivo neanche ad uscire di casa o sul balcone(restavo in camera mia e al massimo mi spostavo in cucina per i pasti),c'è stata una lenta ripresa di alcune attività: uscire per passeggiare, stare seduti in un bar o in un ristorante,andare a cinema. Insomma cose normali ma che per me non lo erano più. Certo non sempre ci riesco e non sempre le vivo spensieratamente però qualcosa la riesco a fare. Ho anche ripreso a seguire qualche lezione all'università. Ora però sono rientrata in un buco nero e non riesco a capire proprio il perché. Sto di nuovo malaccio con ansia perenne e sintomi fisici che mi fanno sempre pensare al peggio. Non vorrei tornare ad un anno fa. La domanda è: è una cosa normale in un percorso terapeutico o no? Sopratutto se è normale dopo un anno. Non dovrei star meglio? So che sono cose che andrebbero discusse in terapia e cercherò di farlo il prima possibile però volevo rassicurarmi del fatto che non sia la terapia ad andar male ma sia solo una fase di “ricaduta“( se così può essere chiamata).

Cara Laura, ci sono diverse forme di psicoterapia ed ognuna prevede tempi diversi per far diminuire la sintomatologia legata all' ansia, e parliamo di sintomatologia non di cause e forma mentale. In genere nel mio approccio la ricaduta è una parte normale del percorso, che anzi rafforza il fatto che la terapia stia funzionando(l' eccezione conferma la regola). Lei d' altra parte racconta di enormi passi avanti. Consideri che purtroppo la nostra mente lotta contro i cambiamenti, quindi tenderà a porgerle tranelli per ristabilire un equilibrio che per quanto soffocante ed invivibile la teneva lontana da stress continui dati dall' affrontare nuove circostanze e persone, tipici eventi della quotidianità di chi si concede di vivere.

Lotti contro queste istanze e questi pensieri che la vogliono fare regredire, perchè sono suoi nemici, nemici della sua felicità. Si mandi ogni tanto a quel paese quando questi pensieri arrivano e anche se le viene da tremare vada comunque dove aveva deciso di andare. Il terapeuta le può indicare la strada ma poi deve essere lei a compiere i passi e man mano che ne compie uno si dica "Brava" perchè noi lo sappiamo che nulla è scontato.

Forza