Intrappolata in me stessa
Senza entrare pedissequamente nel dettaglio della situazione che ormai va avanti da 3 mesi, vorrei descrivere in poche parole ciò che è successo.
A fine ottobre, dopo un massaggio cervicale, ho iniziato a soffrire di fortissime vertigini e nausea. Mi sono così tanto messa paura all'idea di essere stata compromessa per sempre da essere andata al pronto soccorso. Dopo visite e analisi non è emerso nulla. Ad oggi posso dire che probabilmente è stato solo un forte spavento e una forma di ipocondria che mi ha sempre condizionata un pò nel percepire le malattie in maniera totalizzante.
Il problema è che a seguito di questo evento ho iniziato a subire di crisi di angoscia e non sono stata più la stessa. Non ho letteralmente più ripreso la mia tranquillità e per settimane sono stata con l'ansia in gola e un'angoscia spaventosa in petto. Mi sono rivolta ad uno psichiatra che mi ha diagnosticato un disturbo d'ansia ed ho iniziato a prendere dei farmaci. La situazione non è mai rientrata del tutto, ma per alcune settimane ho ripreso a vivere quasi decentemente.
Il problema è che una settimana fa ho avuto un nuovo peggioramento. Al senso di angoscia si è sostituita una sensazione di paura che si è instaurata nella mia pancia e mi fa vivere spaventata e intimorita. La sensazione è quella di essere stata intrappolata dentro di me in un luogo tenebroso e cupo dove io ho paura e non riesco mai a pensare ad altro e ad uscirne.
Cosa può essermi successo? Io sono nello sconforto. Ho 32 anni e mi è preclusa ogni attività che prima per me era normale. Premetto che a parte essere un pochino ipocondriaca e malinconica, non ho mai avuto disturbi psichici o altro. Sono molto spaventata. Lavorare è diventata una conquista. Grazie
Gentile signora Claudia,
Premesso che non ho capito bene, causa mia,..
se ancora è seguita dallo psichiatra e se egli è anche il suo psicoterapeuta con un suo indirizzo di formazione;
Il mio consiglio è di condividere con lui tutte le sue risorse messe in campo per stare meglio e, da ciò che ho compreso, ciò per ciò che ci scrive, oggi, anche che per lei non è, forse, ciò che si attendeva,
Lavorando con un professionista.
Ripeto, porti questo nei suoi colloqui/sedute, con lui/lei; è un suo diritto se L'angoscia è ancora presente. Se non riscontra miglioramento. Soprattutto se ha anche una blanda terapia farmacologica. Non ci sono tabù. Ripeto: ne parli con il suo dottore è suo diritto.
Le Auguro che possa risolvere con lui/lei questa Impasse. A volte normale in un percorso terapeutico.
Ho letto che è a Roma.
Se volesse fare un colloquio conoscitivo con me in studio privato, (trovi il mio profilo e contatti sulla piattaforma se lo desidera), sono disponibile ad accoglierla e a negoziare la modalità di colloqui, anche ogni 2 settimane. E se ha necessità economiche particolari, anche la tariffa oraria fatturata.
Un saluto cordiale. È giovane ed è ottimo per iniziare tutto ciò che può.
Un saluto. Ad maiora.