In che modo mi stanno cambiando i “miei” disturbi e/o le mie cure?
Salve!
Premetto che non so se riuscirò a spiegarmi in maniera esaustiva ma ci provo.
Sono anni (7-8 circa) che soffro di vari disturbi, e dico vari perché ho avuto più diagnosi. Anoressia, bulimia, disturbo borderline, depressione maggiore, forti stati di ansia... Sono in cura da circa 5 anni, psicologo e psichiatra. Sono stata ricoverata più in clinica per i DCA e altre volte in ospedale per forti pensieri o tentato suicidio tramite abuso di psicofarmaci. Nell’ultimo anno sto diminuendo i farmaci e le sedute, trovo di essere molto migliorata su numerosi aspetti, e i dottori sono d’accordo con me. cibo in primis, non ho più crisi di pianto incontrollabili e scatti di pazzia (urlavo e mi strappavo i capelli, mi graffiavo, mi mordevo). Detto ciò, adesso che sto meglio non capisco se quello che provo sia “normale” oppure no.
Diciamo che è come se vivessi in maniera molto superficiale. Mentre prima tutto era una fonte di preoccupazione adesso “non mi importa più di niente”. Mi lascio scivolare via tutto ciò che potrebbe crearmi ansia. Non prendo nulla seriamente. Non ho un hobby, mi mette ansia anche solo il pensiero di iniziare qualcosa, anche se semplice (es: leggere un libro, cosa che prima di tutto questo casino facevo molto volentieri) e se inizio poi lascio perdere. Ho perso tutta la determinazione di un tempo. Non so se chiamarla pigrizia. Nonostante ciò continuo ad avere perennemente una sensazione di pesantezza sul petto, ho sempre la tachicardia, le mani sudate (la sudorazione peggiora se in compagnia, anche solo di mia madre), il respiro corto, e vari sintomi con cui ormai convivo da anni e fanno parte di ogni istante della mia vita.
Non capisco se questa condizione sia un mio cambiamento “spirituale”, che punta al mio benessere e quindi magari sono meccanismi di difesa per non finire di nuovo dentro il tunnel.
Inoltre quando sono con gli amici, anche quelli più stretti, mi sento perennemente a disagio, inferiore, ho “paura” di parlare e dire cose stupide e senza senso (cosa che succede!!!!), non riesco ad essere presente nella conversazione perché ho un flusso di flash di pensieri costante che mi distrae. Come se fosse un rumore che non riesco sempre ad ignorare. Non capisco se questi pensieri continui così veloci e random che non riesco ad afferrare siano un problema.. o forse sono io che non riesco a distinguere la normalità dalla “malattia”!!
Un tempo mi reputavo una persona intelligente e interessante, adesso l’opposto.
Sinceramente il mio pensiero è quello di essermi bruciata qualche neurone tra i vari farmaci e l’uso di hashish e alcol. So di sbagliare a “mischiare” tutto ma ne ho bisogno per sentirmi leggermente più spontanea. Non funziona sempre, anzi con l’hashish mi blocco ancora di più.
Ho fatto varie ricerche ma non ci ho capito molto...
Spero di essermi spiegata... ho preferito scrivere anonimamente a voi anziché parlarne con i miei dottori perché è una condizione che mi crea molta vergogna e non ci sono mai riuscita... gli dico sempre che sto meglio e va tutto bene.
Vi ringrazio e scusate per il testo lunghissimo....!
Gentile Erica,
lei è giovanissima e questo cmq e' un fattore a suo vantaggio.
Non si comprende molto delle cure, che cmq per i disturbi psichici da lei indicati, credo giustamente che lei si sia rivolta ad uno psichiatra psicoterapeuta.
Il farmaco/i specifico/i prescritti sono per aiutarla ad un passaggio che non è indolore ma la lascia consapevole di poter lavorare in psicoterapia, parlando anche dei farmaci se necessario.
Non sono cure brevi,
dai sintomi iniziali che lei ha dovuto affrontare, ne farmacologiche ne tantomeno terapeutiche.
Da ciò che scrive ,sembra che oggi certo è ancora disorientata e forse è nel pieno di una prima elaborazione dei suoi dolori affettivo relazionali.
Il mio consiglio è di continuare a lavorare.
E se riconosce la validità dei suoi curanti, le sconsiglio di cambiarli ma credo che potrà essere maggiormente sincera con loro se volesse chiedere cose nuove.
Io Le sono vicino. Le lascio un saluto affettuoso da Roma.