Gentile Signora, la problematica da lei descritta fa effettivamente pensare all'ansia ma sembra che l'ansia sia dovuta a problematiche interiori irrisolte che, come dice lei, hanno probabilmente a che fare con il senso di colpa e col sentirsi inferiore. In tal senso, anche che il dare aiuto agli altri attraverso l'attività di volontariato, potrebbe essere un modo per alleviare tali sensi di colpa e sentirsi utile facendo qualcosa per gli altri. Sembra cioè che sua figlia cerchi, attraverso l'aiutare gli altri, di aiutare in qualche modo se stessa. L'intenzione è giusta ma credo che il modo sia sbagliato: per poter davvero dare una cosa agli altri dobbiamo infatti darla prima a noi stessi. Credo quindi importante che sua figlia, al di là del tipo di terapia e dell'approccio scelto, cominci un percorso che la aiuti a migliorare il rapporto con se stessa, perché credo sia la cosa di cui ha al momento più bisogno. Per quel che riguarda l'ipnosi (che poi altro non è che uno stato di rilassamento molto profondo), è sicuramente un supporto valido, poiché agisce a livello della mente subconscia, ma deve (per lo meno io faccio così) essere accompagnata da un percorso terapeutico basato principalmente su colloqui, in cui la persona riflettendo su se stessa arriva ad essere più consapevole di sé e delle sue dinamiche interiori, sviluppando una sua motivazione al cambiamento. Sperando di esserle stato di qualche aiuto, la saluto cordialmente e le faccio i migliori auguri.