Frustrazione terapia
Salve dottori
Sono molto confusa e frustrata.
Dopo anni di psicoanalisi a distanza di tempo molti dei sintomi si sono ripresentati, sono avvilita anche perché adesso sono un'adulta con il proprio bagaglio di esperienze e un forte senso critico (e autocritico) ho paura che questo mi potrebbe bloccare nel trovare un terapeuta a cui affidarmi. Sarebbe la terza/quarta volta che torno in terapia, e la vedo come una sconfitta (l'ennesima nella mia vita) con la problematica che mi trovo in una nuova città senza appoggi anche medici e non so a chi rivolgermi, sto cercando dei terapeuti ma molto alla rinfusa.
Intanto non ho desiderio di ripercorrere un ennesima terapia psicoanalitica, è vero anche che non vorrei rimanere solo in superficie e so bene dell'importanza della fiducia tra paziente e terapeuta, forse è quello che mi è mancato con l'ultima terapeuta, non so, l'ansia sta arrivando ai suoi picchi e questo pensiero iniziare a diventare ossessivo oltre al ritorno di una vecchia depressione, non posso permettermelo. Così chiedo, esiste una terapia più attiva ma che tenga conto anche delle problematiche dell'infanzia e rapporto figlio-famiglia e problematiche relazionali?
(ho anche provato con una terapia sistemico-relazionale, che non è andata al meglio)
Vi ringrazio
Gentile Amica,
certamente esistono terapie più attive, e centrate sugli obiettivi del paziente e sulla risoluzione del sintomo, che tengono conto della storia evolutiva.
Ad esempio tutto il cognitivismo interpersonale, modello al quale aderisco.
In generale ormai ogni terapia nei suoi interventi include la teoria dell'attaccamento, cioè la storia delle relazioni di accudimento e crescita.
Se è interessata, sarò felice di spiegarle meglio e di più, in modo che possa fare la sua scelta.
Con i migliori auguri,
dr. Ventura