Attacchi di ansia, crisi di pianto apparentemente immotivate. Non capisco la causa
Salve a tutti.
Vi scrivo per un problema che continua a presentarsi da quasi un mese. Vi anticipo che 6 mesi fa mi sono lasciata con un ragazzo dopo una relazione di 11 mesi, perché entrambi non ci amavamo e avevamo capito che non essendo compatibili non aveva senso continuare a stare insieme. Dato che non ci eravamo fatti nessun torto abbiamo deciso di mantenere i contatti e da quel giorno fino ad oggi ci siamo sentiti ogni giorno e anche spesso visti dal vivo perché frequentiamo gli stessi amici.
All'inizio è stata dura poi il dolore è un po' diminuito e sono anche riuscita a laurearmi nel frattempo (cosa che non ero riuscita a fare quando 2 anni fa dopo una relazione di 3 anni e mezzo un altro ragazzo mi aveva mollata).
Tuttavia è da un mesetto che mi sveglio con la sensazione di magone al petto, ansia, difficoltà respiratoria e crisi di pianto. A volte durano poco altre volte si ripetono per tutto il giorno.
Ho lo stomaco chiuso e fatico ad addormentarmi.
Il problema è che non capisco la causa: probabilmente è lo stress ma non comprendo da cosa possa essere causato. Ammetto che vedere il mio ex dal vivo è difficile, mi fa ancora stare male, ma percepisco che anche se lui contribuisce allo stress non ne è la causa principale.
Mia zia mi ha consigliato di chiamare il consultorio per una visita dallo psicologo, il problema è che quando ho chiamato, dopo aver esposto le mie problematiche, la segreteria mi ha buttato giù dicendo che si occupano di casi con problemi familiari.
Per quanto riguarda la mia famiglia, non ho mai avuto un padre presente, per me è praticamente un estraneo e mia madre non è in grado di manifestare interesse verso ciò che faccio, sento come se non le importasse nulla della mia vita anche se so che è solo perché lei è fatta così e non è in grado di relazionarsi con me come vorrei.
Ma questo non mi ha mai toccato granché, non sono mai stata davvero male per il fatto di non avere una famiglia unita, è come se non me ne fosse mai importato ed è per questo che penso che non sia questo la causa di tutto.
Quando sto male, la prima cosa che mi verrebbe da dire è perché mi sento sola, perchè il mio ex mi ha mollato, sento come se non riuscissi a essere felice senza qualcuno al mio fianco, mi sento senza un obiettivo da raggiungere, non ho le giornate impegnate in nessun modo. Nelle relazioni tendo a incentrare la mia vita sull'altra persona, tendo a dipendere totalmente da lei e quando poi questa se ne va, mi crolla il mondo addosso, come se la mia vita non avesse più nessun senso. Pensavo di essermi fatta la corazza dopo essermi ripresa in seguito alla rottura con il ragazzo che amavo (la storia precedente durata 3 anni e mezzo), ma mi sembra di non aver imparato nulla, di sentire sempre lo stesso dolore anche se nell'ultima relazione non amavo quel ragazzo.
Non capisco quindi a cosa sono dovute queste crisi. Ogni giorno mi ripeto che è solo questione di tempo, che prima o poi tutto passerà, il problema è che ultimamente la situazione sta diventando più grave del previsto perché ostacola la mia vita e non mi permette di essere felice, ma vivo in uno stato di perenne tristezza, ansia, quasi depressione.
Vi ringrazio per l'attenzione e chiedo cortesemente il vostro parere perché così non riesco più a vivere..
Gentile Eleonora,
da quanto emerge in modo particolare alla fine, l'apparente mancanza di interesse suo verso un sistema familiare frammentario potrebbe in realtà presentarsi come la chiave delle sue attuali difficoltà.
La non presenza costante di una figura di riferimento femminile, quale può risultare per una ragazza col tempo la madre, è una problematica che in realtà non è totalmente sottovalutabile.
La madre è simbolo di crescita e maturazione per la futura donna, nutre e protegge nello sviluppo delle caratteristiche più prettamente femminili.
Non a caso da quanto accennato, Lei è comunque dovuta ricorrere ad una sostituta della madre, sua zia, per avere consiglio di rivolgersi al consultorio seppur con esito non positivi.
Il padre non presente è stato sostituito in parte dal suo primo ex fidanzato, come possibile figura di attaccamento più che reale rapporto di amore (senza dubitarne tuttavia), tanto da vivere un lutto nel momento in cui è stata lasciata che l'ha bloccata anche negli studi. L'ennesimo iniziò di attaccamento si è venuto a creare con un altro ragazzo che le ha dato la forza di laurearsi e dunque è risultata la figura maschile compensativa più importante. La mancanza di una base sicura le ha prodotto insicurezze tali da creare ansia e uno stato di malessere che sembra vivere come un circolo vizioso, ad esempio nello stato abbandonico che vive quando resta sola.
Il consiglio che posso darLe è comunque di rivolgersi ad uno psicologo per fare alcune consulenze e nel caso intraprendere un percorso psicoterapeutico.
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Dott. Stefano Vitaliani