Dott.ssa Tiziana Vernola

Dott.ssa Tiziana Vernola

Psicologa, Psicoterapeuta

Alzheimer: i primi sintomi

ALZHEIMER: I PRIMI SINTOMI

 La malattia di Alzheimer è una sindrome a decorso cronico e progressivo, che colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni ed il più precoce ed evidente sintomo è in genere una perdita sostanziosa  della  memoria.

Frequenti sono anche le alterazioni della personalità: più precisamente, l’anziano appare meno interessato ai propri hobby o al proprio lavoro, oppure ripetitivo.

Talvolta, l’inizio della malattia è contrassegnato dalla sospettosità nei confronti di altre persone, accusate, per esempio, di sottrarre oggetti al malato.

Mentre i danni dell’ictus sono immediati e spesso totali, la malattia dell’alzheimer crea un danno graduale e crescente. Ciò significa che diverse abilità cognitive vengono danneggiate in maniera disomogenea e la persona è in grado di fare alcune cose, ma non altre, per esempio, ricorderà meglio il passato del presente.

Per cui appare importante:

=> individuare lo stadio della malattia => gestire il grado di aiuto.

Tenendo ben presente che  i comportamenti che ci irritano non sono intenzionali e non sono controllabili

La persona non può imparare e, a suo modo, sta facendo del suo meglio.

 

Ma quali sono le indicazioni per chi presta aiuto?

 

  • Essere informati: più cose si sanno sulla demenza, più facilmente si adotteranno strategie adeguate col paziente
  • Condividere le proprie preoccupazioni col paziente: quando una persona presenta un deficit modesto, può essere coinvolta nel trattamento; in casi più gravi coinvolgiamo la famiglia.
  • Cercare di risolvere i problemi più frustranti uno per volta; se siamo arrivati AL NOSTRO LIMITE, possiamo cercare di concentrarci su un problema solo, e risolvere quello.
  • Riposare a sufficienza
  • Condurre una vita sana, fare sport e mangiare sano, assumere magnesio che è un ottimo antidepressivo
  • Usare il buon senso e la fantasia: se il malato insiste nel voler dormire col cappello in testa, lasciamolo fare; se vuole mangiare con le mani, prepariamo piatti che si possano consumare con le mani. La chiave di volta è la nostra capacità di adattamento.
  • Avere una vita sociale attiva
  • Mantenere il senso dell’umorismo
  • Incoraggiare l’assistito a una vita attiva ma senza forzare      
  • Problemi di memoria: lasciate in giro foto di famiglia o cose che possano aiutare a ricordare

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